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464 l'istoria del concilio di trento


Partí da Trento per ritornar in Francia il Fabro, terzo ambasciator di Francia; e somministrò materia de sospetti, congetturando li pontefici che fosse andato per dar conto dello stato del concilio e sollecitar la venuta de’ vescovi francesi; tenendo fermo che averebbe fatto uffici sinistri, essendosi giá per alcune sue lettere scritte al cancelliero, intercette, veduto la sua inclinazione, per la mala sodisfazione che esso e li colleghi ebbero, non avendo impetrato la prorogazione. Le quali cose riferite a Lansac da alcune creature di Simonetta per scoprir il vero, egli rispose che era andato per suoi negozi particolari; e non era maraviglia se, vedendosi li aperti mancamenti, alcun pensasse che dovessero esser riferiti.

Ma intorno il sacrificio della messa, nelle congregazioni fatte sino alli 18, tutti i voti si risolvevano in contendere sopra l’oblazione di Cristo nella cena: e il padre Salmerone s’era fatto autor principale a persuader l’affirmazione. Andava a casa di quelli che sentivano altrimente, e massime di quelli che non avevano ancora detto il voto, persuadendoli almeno a tacere o parlar rimessamente; e si valeva del nome del cardinale varmiense principalmente, ma aggionto alle volte anco Seripando, e accennando gli altri legati senza nominarli: e fece questa pratica con tanta importunitá, che nella congregazione delli 18 agosto se ne dolsero li vescovi di Chioggia e di Veglia. E questo secondo parlò per la negativa con molta forza di ragione. Considerassero bene; perché, offerto un sacrificio propiziatorio, se quello è sufficiente per espiare, non se ne offerisce altro, se non forse per rendimento di grazia; e chi sostenta nella cena un sacrificio propiziatorio, conviene che confessi a viva forza che per quello siamo redenti e non per la morte, cosa contraria alla Scrittura e dottrina cristiana, che a quella ascrive la redenzione. E se alcun vorrá dire che sia tutto uno, principiato nella cena e finito nella croce, dá in un altro inconveniente non minore, atteso che è contradizione dire che il principio del sacrificio sia sacrificio; poiché, se dopo il principio cessasse né andasse piú oltra, nissun direbbe che avesse sacrificato. E non si dirá che, se Cristo non