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452 l'istoria del concilio di trento


E li uffici, che dalli ambasciatori e dalli prelati portughesi furono fatti, in testificare la bontá e sana dottrina del teologo, nelli giorni seguenti, resero le menti delli legati sincere verso di lui; però egli pochi giorni dopo partí; né si vede scritto nelli cataloghi de’ teologi, se non in quelli che furono stampati in Brescia e Riva inanzi questo tempo.

Il dí 28 luglio Gioanni Covillone gesuita, teologo del duca di Baviera, parlò con molta chiarezza sopra li articoli, rappresentando il tutto come senza difficoltá, non in maniera di esamine o discussione, ma con forma di mover l’affetto della pietá. Narrò molti miracoli succeduti in diversi tempi; affermò che dall’etá degli apostoli sino al tempo di Lutero mai nessun dubitò; allegò le liturgie di san Giacomo e di san Marco, di san Basilio e Crisostomo. Quanto alle opposizioni de’ protestanti, disse che erano state a bastanza risolute, ma, anco senza quello, bastava per tenerle fallaci il venir da persone alienate dalla Chiesa. E in fine esortò li legati a non permettere che in qual materia si voglia fossero proposti argomenti de eretici, senza soggiongerli evidentissima risoluzione; e chi non la sa portare, se n’astenga dal riferirli, ricercando la vera pietá che le ragioni contrarie alla dottrina della Chiesa non siano riferite, se non preparando prima l’anima delli auditori con narrare la perversitá e ignoranza degl’inventori, e che alli argomenti loro non vien date orecchie se non da gente di poco cervello; e poi narrandoli quanto piú succintamente si può, e senza le prove intermedie, soggiongendo la risposta piana e ben amplificata; e quando pare che alcuna cosa li manchi, portando la disputa in altra materia, acciò non si generi qualche scrupolo negli animi delli audienti, massime essendo prelati e pastori della Chiesa. Piacque grandemente il discorso alla maggior parte de’ prelati, e fu lodato per pio e cattolico, e che meritasse un decreto della sinodo che comandasse cosí a tutti li predicatori, lettori e scrittori. Non però all’ambasciatore del suo principe diede molta sodisfazione; il quale dopo la congregazione, in presenza delli imperiali che facevano complimento col teologo per la grata