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426 l'istoria del concilio di trento


sé. Nella seguente congregazione Antonio Agostini vescovo di Lerida raccordò che fosse ben far menzione delle consuetudini di Francia, secondo l’instanzia delli ambasciatori, ponendovi parole che riservassero li privilegi di quel regno; soggiongendo che ancora dopo la determinazione del concilio di Costanza li greci non sono stati vietati dal comunicare col calice, avendolo per privilegio, quale egli ha veduto. Né essendo seguito da altri che da Bernardo del Bene fiorentino, vescovo di Nimes, anco questo raccordo fu posto da canto. Dopo la congregazione, l’ambasciator Ferrier richiese l’Agostini, con curiositá, del tenore, autore e tempo di quel privilegio; il quale avendo egli riferito a papa Damaso, rise l’ambasciatore, essendo cosa certa che nella Chiesa romana cento anni dopo Damaso l’astenersi dal calice era stimato sacrilegio, e che l’ordine romano descrive la comunione de’ laici sempre col calice, e che sino del 1200 Innocenzio III fa menzione che le donne ricevevano il sangue di Cristo nella comunione.

Il dí 10 Leonardo Haller tedesco, vescovo titular di Filadelfia, arrivato la settimana inanzi, dicendo il suo voto sopra li decreti, fece una digressione in guisa d’orazione formata, ricercando li legati e la sinodo che s’aspettassero li prelati di Germania, usando diverse ragioni, e, fra le altre, tre che furono mal ricevute dalla congregazione, cioè, che non s’averebbe potuto chiamar quello concilio generale, dove fosse mancata una nazione intiera principale della cristianitá; che il camminar inanzi senza aspettarla sarebbe un precipitar li negozi; che il pontefice doveva scriverli e chiamarli particolarmente. Non era consapevole il buon padre degli uffici che il pontefice aveva fatto per mezzo del Delfino e Commendone suoi nonci due anni inanzi in Germania, e delle risposte fatte loro da protestanti e da cattolici; da quelli negando voler, e da questi scusandosi non poter trovarsi al concilio. Fu pensier di molti che dalli ambasciatori imperiali fosse stato mosso, quali, poiché si differiva di risolvere la proposta del calice, averebbono voluto prolongare il rimanente ancora.

Nella seguente congregazione furono letti nove capi di