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libro sesto - capitolo vii | 425 |
Raccordavansi la petizione del matrimonio de’ preti fatta dal
bavaro, e che due giorni inanzi in convito, alla presenza di
molti prelati invitati, Lansac, esortandoli a compiacer l’imperatore nella petizione del calice, si lasciò intendere che la
Francia desiderava le orazioni, uffici divini e messe in lingua
volgare, e che fossero levate le figure de’ santi e concesso alli
preti potersi maritare. E conoscendo che piú facilmente si fa
ostacolo alli principi che alli progressi, e con minor fatica si
proibisce l’ingresso che si scaccia uno di casa, risolsero che
non era tempo di trattar del calice. Operarono col Pagnano,
agente del marchese di Pescara, che facesse instanza acciò
non si venisse alla determinazione prima che il suo re ne fosse
avvisato; intermisero le congregazioni del 6 e 7, per trattar
quei giorni con li imperiali che si contentassero di differir
quella materia, allegando diverse ragioni, la piú concludente
de quali era la brevitá del tempo per far li padri capaci che
la concessione fosse necessaria. Finalmente dopo longa trattazione condescesero li ambasciatori a contentarsi che si differisse tutta la parte spettante alli dogmi. Né questo piacendo
alli legati, in fine li ambasciatori consentirono che si differisse
quel solo punto, facendo però menzione della dilazione nel
decreto, con promissione di determinarne un’altra volta. Restava
da trattar con li francesi, dove trovarono piú facilitá che non
credettero; dicendo essi che quella non era cosa da loro proposta né ricercata, ma solo in quella avevano fatto assistenza
agl’imperiali. Superata questa difficoltá, si diedero a formar
li decreti; il che acciò si potesse con maggior prestezza eseguire, fecero intendere che, volendo alcuno raccordare qualche
cosa, la ponesse in scritto, acciò non si tardasse la composizione.
Nella congregazione delli 8 Daniel Barbaro, patriarca d’Aquileia, nel suo voto disse che essendo venuta nova dell’accordo di Francia, e dovendosi perciò credere che molti prelati venirebbono, saria bene aspettar di trattar dei dogmi sino al loro arrivo: né essendo di ciò fatta instanza da altri, meno dalli stessi ambasciatori francesi, la proposta cadette da