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390 l'istoria del concilio di trento


perché li defetti di alcune passate sinodi fanno pregiudicio a questa, esser conveniente mostrare che è passato quel tempo, e che ora ciascuno può disputare; che non si disputa col foco, che non si rompe la fede, che lo Spirito Santo non s’ha da chiamare d’altrove che dal cielo; che questo non è quel concilio principiato da Paulo III e proseguito da Giulio III in turbatissimi tempi e nel mezzo delle arme, che si disciolse senza aver fatto cosa buona; ma un novo, libero, pacifico e legittimo, convocato secondo l’antico costume, al quale prestano consenso tutti li re, principi e repubbliche, al quale la Germania concorrerá, e condurrá seco li autori delle nove dispute, li piú gravi ed eloquenti uomini che abbia. Concluse che essi ambasciatori promettevano per questo fine l’aiuto del re.

Parve che molti delli padri e alcuni delli legati medesimi non ricevessero in bene quelle parole; alle quali, perché passavano li termini generali e di complimento, il promotore non seppe che rispondere; onde non fu servato il costume, ma con quella orazione la congregazione si finí.

Si presentarono il giorno seguente gli ambasciatori medesimi alli legati per ciò insieme congregati, dove scusarono li prelati francesi che non fossero venuti al concilio per li tumulti, promettendo che, quelli acquetati (il che speravano dover presto succedere) sarebbono venuti in diligenza. Esposero appresso che gli ugonotti hanno per suspetta la continuazione del concilio principiato da Paulo e ne richiedono un novo; che il re ha trattato per causa di questo con l’imperatore; che insieme con lui ricercava il medesimo ad instanza di quelli della confessione augustana, e ne trattò giá col pontefice; quale avendo risposto che quella differenza era tra loro re e quello di Spagna, che a lui non importava, ma la rimetteva al concilio, pertanto dimandavano che si dechiarasse con aperte parole la indizione del concilio esser nova, e non con quelle parole: indicendo continuamus e continuando indicimus, ambiguitá non conveniente ad uomini cristiani e che contiene in sé contradizione; e che li decreti fatti giá dal concilio non sono ricevuti dalla Chiesa