Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/37


libro terzo - capitolo i 31


e giá tante cose sono discusse in Bologna, cosí della fede, come della riforma, che se ne può far una longa sessione. Per il che pregano la Sua Santitá di dar la sentenzia, considerando che nessun concilio, fuor di tempo di scisma, è durato tanto quanto questo; onde li vescovi sono desiderati dalle sue chiese, alle quali è giusto che siano renduti.

Questa scrittura fu in fine d’aprile presentata. Dopo la quale non fu proceduto piú inanzi nella causa, perché li cardinali deputati non sapevano trovar modo come venir a fine: il prononciar la translazione legittima in assenza di chi la contradiceva, non avendo modo di constringerli a ricevere la sentenza, era fare un scisma; meno si vedeva modo come sforzarli ad assistere al giudicio. Il pontefice era di ciò molto angustiato, non vedendo manco partito alcuno come senza

forma di giudicio si potesse comporre questa difficoltá.