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l'istoria del concilio di trento |
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vitto necessario, ma anco abbondantemente, sí che avanzasse per spesar ancor li poveri, senza mira né pensiero alcuno
che il temporale fosse prezio dello spirituale. Ma dopo che il
temporale, che era in comune tenuto e goduto, fu diviso, e
alli titoli applicata l’entrata sua chiamata «beneficio» (non
essendo allora distinta l’ordinazione dalla collazione del titolo,
e per consequenzia del beneficio annesso a quello, ma dandosi
e ricevendosi tutt’insieme), per li emolumenti che portava seco,
agli ordinatori pareva di dar, oltre lo spirituale, cosa temporale
ancora, per la qual si potesse ricevere altra mondana in ricompensa: e chi disegnava ottenerla era costretto accomodarsi alla
volontá di chi poteva darla; e si fece facilmente una negoziazione aperta, che nella Chiesa orientale, abbenché con molti
canoni e censure, mai ha potuto esser corretta; se ben la virtú
divina potente, avendogli levato con la verga de’ saraceni gran
parte delli comodi, l’ha sminuita assai. E nell’occidentale, con
gran reprensione delli buoni, restò dove piú dove meno, sin
tanto che intorno l’anno di nostra salute 1000 si divise l’ordinazione dalla collazione del beneficio; per qual causa allora
quella incominciò a passar gratuitamente, e in questa il prezio
piú all’aperta era ricercato. E questo abuso è sempre aumentato,
quantunque con diverse mutazioni de nomi, di annate, minuti
servizi, scrittura, bollo e altre tal coperte, sotto quali ancora
cammina nella Chiesa, con poca speranza che si possi mai
levare, sin che Cristo medesmo in persona un’altra volta con
la sferza non rivolta le mense de’ banchieri e scacci loro del
tempio. Ma l’ordinazione che, separata dalla collazione del
beneficio, ebbe ventura d’esser amministrata gratuitamente, la
godette poco tempo; imperocché li vescovi, avendola per cosa
infruttuosa e abbietta, e attendendo a quell’altra sola che rende,
tralasciarono pian piano di amministrar le ordinazioni; onde
s’instituirono li vescovi portativi, che servivano alli ministeri
pontificali ecclesiastici, restando li veri vescovi occupati nel
solo temporale. Quelli senza entrate erano costretti cavar il
vitto dalle fonzioni amministrate; onde chi da loro riceveva
ordini era costretto contribuire, prima con titolo de limosina