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libro sesto - capitolo i 325


non per la predicazione di Cristo, ma per autoritá della Chiesa sono mutati. Rivoltosi anco alli padri, li confortò ad adoperarsi constantemente contra li protestanti, con certezza che sí come lo Spirito Santo non può errare, cosí eglino non possono ingannarsi. Si cantò il Veni creator Spiritus. Il secretarlo, che era il vescovo di Telesi, lesse la bolla della convocazione di sopra portata, e l’arcivescovo sopraddetto interrogò il decreto dell’aprir il concilio, dicendo: «Padri, vi piace che dal giorno d’oggi si celebri il concilio generale di Trento, levata qualsivoglia suspensione, per trattar col debito ordine, proponendo li legati e presidenti, quello che parerá alla sinodo a proposito per levar le controversie della religione, corregger li costumi e conciliar la pace cristiana della Chiesa?» Fu risposto: Placet: ma contradissero quattro prelati a quelle parole proponentibus legatis, le quali io scrivo cosí in latino, dovendone piú volte parlare per le gran controversie e dispute che seguirono dopo. Li contradittori furono Pietro Guerrero arcivescovo di Granata, Francesco Bianco vescovo di Orense, Andrea dalla Cuesta vescovo di Leon, Antonio Corrionero vescovo di Almeria. Dissero che non potevano acconsentire, per esser parole nove non usate in altri concili e che restringevano la libertá del proporre, e dimandarono che li loro voti fossero registrati negli atti del concilio. Furono lasciati senza alcuna risposta, e fu intimata la sessione per il 26 di febbraro. Il promotore del concilio richiese tutti li notari e protonotari a far delle cose sopradette uno o piú instrumenti. E con questo finiva la sessione.

Li legati avvisarono il pontefice del successo nella congregazione e nella sessione, ed egli ne diede parte al consistoro. Molti ebbero opinione, considerate le difficoltá del principio, che il concilio dovesse far poco buon progresso, attesa l’ostinata contradizione che si vidde nelli vescovi spagnoli, poco propria per componer difficoltá di religione; se ben dall’altro canto li legati e li vescovi italiani si mostrarono molto destri e uniti a temporeggiarle e vincerle. Il papa lodò la prudenza delli legati, che avessero prevenuto (cosí diceva)