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libro quinto - capitolo viii 309


sto disse motteggiando il papa, che aveva poco inanzi concesso un grossissimo sussidio da esser pagato dal clero al re di Spagna, dopo aver ottenuto le semplici annate al suo re. Ma il papa, insospettito per la petizione d’Avignone e considerando che li vassalli di quella cittá erano tutti protestanti, temendo che la terra non fosse occupata dal re di Navarra, spedí immediate Fabricio Serbellone con duemila fanti e alquanti cavalli per custodia della cittá, e diede il governo a Lorenzo Lenci, vescovo di Fermo, come vicelegato.

Dopo il colloquio, licenziati li protestanti, restarono li prelati per trattare delli sussidi da dar al re; della qual dimora giudicando la regina che il papa dovesse prender suspezione per le frequenti indoglienze fatte, assicurò a Roma che non rimanevano se non per trattare delli debiti del regno; con aggiongere che, finita la congregazione, ordinerá alli vescovi che immediate si mettino in ponto per andar al concilio. Con tutto ciò fu trattato ancora della comunione del calice, proponendo il vescovo di Valenza con participazione del cardinale di Lorena che, quando quella si concedesse, s’interromperebbe il corso cosí felice di aumento alli protestanti, atteso che gran parte di quelli che gli aderiscono incominciano a credergli da questo capo: per il che, quando avessero la comunione intiera dalla Chiesa, non gli porgerebbono orecchie. E li intendenti delli maneggi consideravano che per quella via sarebbe posta dissensione tra li medesmi professori di reformata religione. Alcuni pochi delli vescovi erano di parere che ciò fosse statuito per editto regio ed eseguito immediate, dicendo che l’intiera comunione non fu levata per decreto alcuno della Chiesa, ma per sola consuetudine; né esservi alcun decreto ecclesiastico che proibisca alli vescovi di ritornare l’antico uso. Ma la maggior parte non consentí che si facesse se non per concessione, o almeno con buona grazia del papa. Furono alcuni pochi a chi non piaceva che si facesse novitá, ma furono costretti cedere alla maggior e piú potente parte, facendo grand’offici il Lorena, il quale, per ottener il consenso del papa giudicando necessario aver il favore dal Cardinal di Ferrara, e