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288 l'istoria del concilio di trento


per questo effetto. E fece una congregazione de cardinali e prelati per dar ordine a tutte le cose necessarie per dar principio in Trento al tempo statuito. E opportunamente ebbe littere dal re di Francia sotto li 3 marzo, e in conformitá li espose monsignor d’Angolem suo ambasciatore che si contentava del concilio in qualonque modo, desideroso alla fine di vedere succederne l’effetto e frutto desiderato da tutta la cristianitá. E li mandò anco quel re espresso monsignor de Rambogliet a far l’istesso officio, rappresentando li bisogni di Franza, e l’instanzia che di ciò li era stata fatta dalli Stati tenuti in Orléans: con significarli che quando questo rimedio fosse ritardato, sarebbe stato in necessitá di ricevere la medicina nel proprio regno con la congregazione de’ suoi prelati, non vedendosi che vi sia altro modo per regolare le cose della religione, se non un concilio generale, libero, ovvero, in mancamento di quello, un nazionale. Alle qual ambasciate rispose il papa che nessuno desiderava il concilio piú di lui, dal quale non veniva la longhezza e dilazione, ma dalle diverse opinioni de’ principi; per satisfare tutti i quali aveva dato alla bolla della convocazione quella forma che li pareva piú propria per contentarli tutti. La causa per la quale in Francia mutarono opinione fu perché, vedendo quel regno in stato pessimo, riputarono che ogni mutazione fatta altrove non potesse se non megliorare la condizione loro.

Di Spagna ancora scrisse il Terracina che dal re furono udite con approbazione le sue esposizioni; e quanto al negozio del concilio, dopo qualche consultazione col conseglio de prelati suoi, si era risoluto finalmente di accettare la bolla, senza moverci sopra alcuna difficoltá, e d’inviarvi li vescovi alli primi tempi comodi per viaggiare, e insieme deputare onorevole ambasciaria per assistervi. Avvisò ancora che li prelati di Portogallo erano partiti dalle case loro, e quel re aveva destinato ambasciatore; ma aver penetrato alcuni di quei prelati aver intenzione che nella sinodo fosse difinita la superioritá del concilio al papa, sopra il qual ponto studiavano e facevano studiare molti teologi. L’avviso fu stimato dal pontefice,