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22 | l'istoria del concilio di trento |
d’inganni e illusoria; e che lutti li danni, tumulti, rovine ed
estermini di popoli, che di lá sono nati, nascono e possono
nascere, non debbono esser imputati a Cesare, ma a quella
congregazione che chiamano concilio, potendo ella facilissimamente e canonicamente rimediarvi. Protestando similmente
che l’imperator per difetto, colpa e negligenzia loro e del
papa provvederá con tutte le sue forze, non tralasciando la
protezione e tutela della Chiesa, che se li conviene per esser
imperatore e re, conforme alle leggi e al consenso dei santi
Padri e del mondo. Dimandarono in fine instrumento pubblico
delle cose da loro trattate, e che il mandato di Cesare e la
protestazione loro fosse inserta negli atti di quella asserta
congregazione.
Dopo la protesta, il Velasco presentò la scrittura medesima che teneva in mano, e replicò l’instanza che fosse registrata. Il Cardinal del Monte, con consenso della sinodo, con gravissime parole protestò esser parecchiati piú tosto a morire che sopportare l’introduzione d’un tal esempio nella Chiesa, che la potestá secolare congreghi concilio; che Cesare è figlio della Chiesa, non signore o maestro; che esso e il suo collega sono legati della santa sede apostolica, e che non recusavano di render conto a Dio e al pontefice della loro legazione, e che fra pochi giorni averebbono risposto alla protestazione lettagli.
Il Mendoza in Roma, ricevuta la risposta da Cesare che dovesse proseguir inanzi e protestare al papa in presenza delli cardinali e li ambasciatori de’ prencipi, e ricevuto avviso dell’azione fatta in Bologna dal Vargas e Velasco, comparve in consistoro, e inginocchiato inanzi il papa, lesse la protestazione, tenendola in mano scritta. Incominciò dalla vigilanza e diligenza dell’imperatore per riunire la repubblica cristiana divisa in varie opinioni della religione. Narrò gli uffici fatti con Adriano, Clemente e con l’istesso Paulo per indurli a convocar il concilio. Al quale poiché li rebelli di Germania
ricusavano sottomettersi, indotto dall’istessa pietá li ha costretti con le armi all’obedienza; nel che quantunque il pontefice, per non mostrare di mancar alla pubblica causa, abbia