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CAPITOLO V

(agosto - dicembre 1560).

[Progressi della riforma in Francia, Scozia, Paesi Bassi: contegno di Massimiliano re di Boemia. — Insurrezione ugonotta ad Avignone contro il governo pontificio. — Assemblea di Fontainebleau nell’agosto: rinvio d’ogni decisione agli Stati generali da radunarsi nel dicembre. — Il papa, preoccupato della minaccia della sinodo nazionale francese, convoca gli ambasciatori perché comunichino ai sovrani la revoca della sospensione del concilio tridentino. Obbiezioni mosse dall’inviato imperiale. — Lunghe consultazioni in Roma di fronte al vario atteggiamento dei sovrani. Ferdinando insiste nell’opporsi alla sede di Trento ed alla «continuazione»; la Francia vuole un concilio ex novo, mentre la Spagna vuole che si dichiari la «continuazione».— Giubileo e cerimonie in Roma. — Bolla di convocazione del 29 novembre. — Invio dell'abate Niquet in Francia, dei nunzi Delfino e Commendone in Germania e del Martinengo in Inghilterra per indurre quei principi e prelati a partecipare al concilio.— Il Vergerio contro la bolla. — Francesco II contro il Condè e il Navarra, fautori degli ugonotti. — Morte del re e successione di Carlo IX sotto la reggenza di Caterina dei Medici e del Navarra. — Protezione accordata ai novatori. — Assemblea degli Stati generali a Orléans. — Tentativi del papa e dell’ambasciatore di Filippo II per spingere Caterina contro gli ugonotti. — Promesse con cui s'induce il re di Navarra ad abbandonarli.]

Andavano sempre le cose de’ cattolici facendosi piú difficili, perché in Francia la parte ugonotta sempre acquistava; e in Scozia ancora fu concessa per pubblico decreto a tutti la libertá di credere; e in Fiandra gli umori erano preparati per mettersi in moto alla prima occasione, la quale il re con molta flemma andava ritardando, e concedendo piuttosto, con danno e indignitá propria, a quei popoli quello che volevano. Erano stati sempre ostinati in non voler prestar alcuna