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250 l'istoria del concilio di trento


aderivano. Ma il vescovo di Valenza in contrario diceva che non si poteva aspettar dal papa rimedio presto per la lontananza; né appropriato, per non esser informato delle particolar necessitá del regno; né caritativo, per esser lui occupato nell’aggrandire li nepoti suoi: che Dio aveva a tutti li regni dato i modi necessari per governar lo stato proprio; che la Francia aveva li propri prelati per regolar le cose della religione; che essi meglio sanno li bisogni del regno; che sarebbe una gran assurditá veder abbruggiar Parisi avendo la Senna e la Marna pieni d’acqua, e creder che bisognasse aspettar a condurne dal Tevere per estinguer l’incendio. La risoluzione del conseglio fu che, vedendosi bisogno d’un presto e gagliardo rimedio, si facesse un’adunanza delli prelati del regno, per ritrovar modo di fermar il corso a tanti mali. E nel dí 11 aprile fu intimata per li 10 settembre prossimo.

Ma acciò non fosse ricevuta in male dal pontefice, fu spedito un corriero a Roma per darli conto della deliberazione, e significarli il bisogno di quel rimedio, e pregarlo a ricever la deliberazione in bene. E l’ambasciator rappresentò al papa il male e li pericoli, con la speranza che il re aveva di qualche buon rimedio con una generale convocazione delli prelati, senza la quale non si vedeva mezzo di provvisione efficace. Per il che era stato constretto, non differendo piú longamente né aspettando rimedi da luochi lontani, e in tempi incerti, e per necessitá longhi, valersi di quello che era in sua mano, prossimo di luoco e di tempo, soggiongendo che nessuna risoluzione di quel convento sarebbe eseguita né tenuta per valida, se non fosse prima da Sua Santitá approvata. Il papa per converso si dolse gravemente che il re avesse pubblicato perdono degli errori commessi contra la religione, eziandio a quelli che non lo dimandavano, cosa in che nessuno ha potestá, salvo che il pontefice romano. E chi è il re, diceva, che pensa di poter perdonare li delitti contra Dio? Che non è maraviglia se per giusta ira divina tanti tumulti sono in quel regno, dove li sacri canoni sono vilipesi e usurpata l’autoritá pontificia. Passò poi a dire che l’adu-