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248 l'istoria del concilio di trento


quelli che volessero convertirsi, accompagnato da teologi che gli insegnassero la veritá. Soggionse però che poca speranza aveva di conversione, perchè gli eretici sono pertinaci, e quello che si fa per esortarli a riconoscenza, interpretano che sia mancamento di forze per costringerli. Che mai ci era memoria di profitto fatto con questa moderazione, ma ben l’esperienza passata aver insegnato che quanto prima si viene contra loro al rimedio della giustizia e, quando quella non basti, alla forza delle armi, tanto meglio riesce. Che quando si risolvesse di far questo, li presterebbe aiuto. Ma se non li paresse opportuno, si poteva differire sino al concilio generale che era per convocar presto. Al duca non piacque il partito della legazione, come quello che averebbe inasprito maggiormente, e averebbe posto lui in necessitá di proceder secondo li interessi d’altri, e non li propri: meglio esser usar la via delle armi, la quale anco il papa lodava piú, e si offeriva dar aiuto. Seguí per questo una guerra in quelle valli tutto questo anno e parte del seguente, della quale si parlerá al tempo che quella ebbe fine.

Ma in Francia in molte parti del regno fu eccitata una gran congiura, nella quale entrarono molti, e la maggior parte per causa di religione, sdegnati che tutto il giorno si vedesse per ogni parte lacerare e abbruggiare li miseri, che di nessuna altra cosa erano colpevoli, se non che mossi da zelo dell’onor divino e salute dell’anima propria. A questi s’aggionsero altri che, riputando li Ghisi esser causa di tutti li disordini del regno, avevano per opera eroica liberarlo dalla oppressione con levar a quelli l’amministrazione delle cose pubbliche: vi erano anco li ambiziosi e desiderosi di novitá, che non potevano far li fatti loro se non in mezzo delle turbe. Ma cosí questi mal intenzionati, come gli altri desiderosi del bene del regno, per aver il seguito si coprivano col manto della religione; e per fermar tanto meglio gli animi, fecero metter in scritto il parere alli principali giurisconsulti di Germania e Francia e alli teologi protestanti piú nominati che, salva la conscienzia e senza violar la maestá del re e la degnitá del legit-