Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/244

238 l'istoria del concilio di trento


sufficienti e desiderosi della pace, che esaminino la confessione loro alla norma della santa Scrittura e dei Padri vecchi, tra tanto suspendendo la severitá dei giudizi: il che essi riceverebbono per cosa gratissima, restandoli perciò molti obbligati. Diede il re benigna risposta con parole generali e promessa di darli satisfazione, come li averebbe significato per persona espressa che gli manderebbe. Nondimeno non rallentò niente della severitá, ma dopo la partita degli ambasciatori fece deputar giudici nelle cause de’ pregioni, quattro del corpo del parlamento, col vescovo di Parigi e coll’inquisitore Antonio Demochares, che procedessero all’espedizione quanto prima.

Tutte queste cose erano al papa note; e sí come sentiva dispiacer grande per il progresso della dottrina novamente introdotta nelli stati dell’uno e l’altro re, cosí li piaceva che quei principi vi pensassero, e ne faceva con loro instanza per suoi nonci, e per uffici con gli ambasciatori appresso a sé residenti; ma non averebbe voluto altro rimedio che quello dell’inquisizione, la quale era stimata da lui rimedio unico, sí come in ogni occasione diceva; reputando che quello del concilio non fosse per far maggior frutto di quello che nelli prossimi anni si aveva veduto seguire, cioè ridur in peggior stato le cose.

Mentre sta in questi pensieri, ritrovandosi anco molto indisposto del corpo, ecco la morte del re di Francia, successa alli 2 luglio per una ferita ricevuta nell’occhio correndo alla giostra: della quale il papa fece demostrazione grandissima di duolo. E in vero se ne doleva, perché, se bene sospettò, e con ragione, per l’intelligenza tra li due re, nondimeno pur restava qualche speranza di separarli: ma morto questo, si vedeva a discrezione di quel solo che piú temeva, cosí per esser piú offeso, come per esser di natura occulta e difficile da penetrare. Temeva anco che nel regno di Francia non s’allargasse a fatto la porta per introdur le sètte, e che non si stabilissero, inanzi che il novo re acquistasse tanta prudenza e reputazione, quanta si vedeva necessaria per opporsi a tante difficoltá. In queste angustie visse pochi giorni afflitto; e