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208 | l'istoria del concilio di trento |
esemplare, a fine di adoperarli per riforma della Chiesa, e
massime nel concilio, del qual era tempo che ormai si trattasse
seriamente; del quale arerebbe con la prima occasione fatta
la proposta. Ma per allora, come cosa da non differir piú
longamente, proporrebbe loro li soggetti da promover al cardinalato, acciò, avendo voto consultivo, potessero considerarli
quello che fosse in beneficio della Chiesa, nel che li averebbe
uditi; ma non si credessero di aver il decisivo, perché questo
a lui solo aspetta. Propose sette soggetti, nel qual numero
uno solo era parente suo, e un altro della congregazione sua
teatina: gli altri, uomini di molta fama o per lettere o in
maneggio della corte. Tra questi fu Gioanni Groppero di
Colonia, di cui di sopra si è parlato piú volte; il qual conoscendosi di poca vita, e riputando dover onorar molto piú la
sua memoria con ricusar una dignitá, universalmente anco
da principi grandi ambita, che col tenerla pochi giorni dar
molta materia agli emuli suoi di parlare, rimandò molte grazie
al pontefice insieme con la escusazione, e ricusate le insegne,
non vòlse né il nome né il titolo. Furono li cardinali creati,
essendo la dominica precedente, che fu a’ 15, stipulata la lega
con Francia.
In questo tempo il Cardinal Polo, che per molti rispetti di successione e per non mostrarsi tanto ristretto col pontificato non aveva voluto ricever gli ordini ecclesiastici, cessate queste cause, uscí del numero de’ diaconi cardinali e si ordinò prete; e quattro mesi dopo, essendo stato abbruggiato con molte ceremonie di degradazioni l’arcivescovo di Cantorberi, fu sustituito in quel grado in luoco di quello.
Li popoli d’Austria, per il recesso fatto in dieta, e piú per la dechiarazione aggionta da Ferdinando a favore delle cittá e nobili e sudditi dei principi ecclesiastici, entrarono in speranza di poter ritener essi ancora libertá di religione. E avendo Ferdinando chiamata dieta de’ suoi sudditi in Vienna per aver contribuzione contra li turchi che li movevano guerra, li dimandarono che li fosse permesso sino ad un concilio generale e libero di viver in puritá di religione e goder il bene-