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206 l'istoria del concilio di trento


egli era sopra tutti li prencipi, che non voleva che alcuno d’essi si dimesticasse seco, che poteva mutar li regni, che era successor di chi ha deposto re e imperatori; e spesso rammemorava, per principio dell’autoritá esercitata da lui, che aveva eretto un regno alli iberni. E passava tanto inanzi, che in consistoro, e anco alla mensa, in pubblico, in presenza di molte persone, diceva di non voler alcun principe per compagno, ma tutti per sudditi «sotto questo piede (cosí diceva percotendo la terra) come è conveniente, e come ha voluto chi ha edificato questa Chiesa e ci ha posto in questo grado». E usava qualche volta d’aggiongere: «Piú tosto che far una viltá, vorressimo morire, rovinar ogni cosa e appiccare fuoco in tutte quattro le parti del mondo».

Il naturale di Paulo IV era di grande animo e ardire, confidava molto nel suo sapere e nella buona fortuna che gli era stata compagna in tutte le imprese; alla quale aggionto il potere e la fortuna del pontificato, riputava ogni cosa facile. Ma in lui fluttuavano a vicenda due umori: uno che, per la consuetudine sempre usata di valersi in ogni azione della religione, l’induceva ad adoperare la sola autoritá spirituale; l’altro gli era eccitato da Carlo Carafa suo nepote, che soldato di valore ed esercitato nella guerra, fatto di salto cardinale, riteneva li spiriti marziali: lo persuadeva a valersi della temporale, dicendo che quella senza questa è disprezzata, ma congionte possono esser instromenti di gran cose. Ma all’avveduto vecchio era molto ben noto che anco s’indebolisce la spirituale, quando si mostra aver bisogno del temporale: ma stando sempre fisso a volersi far gran nome, ora dava orecchie al nepote, ora credendo piú a se medesimo. In fine pensò di trattar il temporale in secreto, e lo spirituale in palese, per poter poi, continuando questo, o aggiongerci le imprese temporali giá ordite, o tralasciarle, come dagli evenimenti fosse stato consegliato. Per il che insieme col nepote trattò secretissimamente col Cardinal di Lorena una lega col re di Francia: la quale come fu quasi digesta, per levar tutti li sospetti Lorena parti da Roma, e vi andò il