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186 l'istoria del concilio di trento


Vedendo il pontefice che per la alienazione della Germania la riputazione della sua sede si diminuiva appresso alli popoli di sua obbedienza, imitando Eugenio IV (che sustentò la riputazione che gli levava il concilio di Basilea con un’apparenza de greci e un’ombra d’armeni), e il fresco esempio di Paulo III suo precessore (il quale nel tempo che bollivano le contenzioni tra lui e l’imperatore per la transazione del concilio a Bologna, che li davano molto carico appresso a’ popoli, con molta ceremonia ricevette un certo Stefano con nome di patriarca dell’Armenia maggiore, con un arcivescovo e due vescovi, venuti a riconoscerlo per vicario di Cristo, universale maestro della Chiesa, e renderli obedienza), con questi esempi Giulio con molta solennitá pubblica ricevette un certo Simon Sullakam, eletto patriarca di tutti li popoli che sono tra l’Eufrate e l’India, e mandato da quelle chiese per esser confermato dal papa, successore di Pietro e vicario di Cristo. Lo fece ordinar vescovo, e con le sue mani in consistoro li diede il pallio patriarcale, e lo rimandò a casa, acciò la Chiesa non patisse nella sua assenza, accompagnato da alcuni religiosi intendenti della lingua siriaca: da che nacque che non solo per Roma, ma per tutta Italia non si parlava se non dell’immenso numero de cristiani che in quei paesi sono, e dell’aumento grande che la sede apostolica fatto aveva. Particolarmente si discorreva di gran numero di chiese nella cittá di Muzal, che dicevano esser l’antica Assur sopra il fiume Tigri, oltre il quale poco distante ponevano di lá dal fiume l’antica Ninive, celebre per la predica di Jona; sotto la giurisdizione ponevano Babilonia, Tauris e Arbela, famosa per il conflitto tra Dario e Alessandro, con molte regioni della Assiria e Persia. Trovavano anco le antiche cittá nominate nella Scrittura, e Ecbatana, dagli altri autori Seleucia, e Nisibi. Narravasi come questo eletto da tutti li vescovi fu mandato al pontefice per la conferma, accompagnato da settanta fino in Gerusalem, e di lá in oltra da tre di loro, uno de’ quali era morto e l’altro restato in viaggio infermo, e il terzo, per nome Calefi, con lui gionto a Roma. Le quali cose tutte poste in stampa erano lette