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180 l'istoria del concilio di trento


stati suoi a ritrovarlo, non richiedendo altro che la liberazione del lantgravio suocero, la libertá di Germania e la pace della religione. E nondimeno facendo continuo progresso le armi de’ protestanti, l’imperatore, quantonque non fosse in ordine di resistere, parendogli nondimeno d’aver ancora la Germania sotto il giogo, non si poteva accomodare a cedere in parte la dominazione assonta; se ben Ferdinando, dopo aver molto con Maurizio trattato, s’era transferito in Ispruc a persuadere il fratello. Ma accostandosi a quella cittá le armi nemiche, l’imperator fu costretto fuggire di notte con tutta la sua corte; e camminato alquanto per li monti di Trento, voltatosi, si ridusse a Villaco, cittá di Carinzia a’ confini de’ veneziani, con tanto spavento, che prese anco timore perché quel senato per sicurezza delli confini suoi spinse numero de soldati verso quel luoco, quantonque dall’ambasciator veneto fosse assicurato che quelle armi erano per suo servizio, se fosse stato bisogno. Inanzi la partita liberò Gioanni Federico duca di Sassonia della prigione, per levar la gloria a Maurizio che da lui fosse stato liberato; il che fu anco di molto piacere a quel principe, al quale metteva piú conto aver la grazia dal nemico superiore, che dal nemico pari ed emulo. Poche ore dopo la partita d’Ispruc, Maurizio arrivò la medesima notte, dove, non toccate le cose di Ferdinando né di quei cittadini, solo s’impadroní di quelle dell’imperatore e della corte sua. Da quella fuga vedendo li protestanti il loro vantaggio, mandarono fuori un altro manifesto, con significare in sostanza che, avendo preso le arme per la religione e libertá di Germania, sí come gl’inimici della veritá nessun’ultra mira ebbero se non che, oppressi li dottori pii, si restituissero gli errori pontifici e la gioventú in quelli si educasse; avendone parte posti pregione e agli altri fatto giurare di partirsi e non tornar piú, il qual giuramento, se ben essendo empio, non è obbligatorio; con tutto ciò li richiamavano tutti, gli comandavano di reassumer l’ufficio d’insegnare secondo la confessione augustana, e per levar ogni luoco alle calunnie, li assolvevano anco dal giuramento prestato.