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150 l'istoria del concilio di trento


legato fosse rimesso, e poi principiar la proposta da qualche altro capo, per capitar poi a quelli del presentar la dottrina e chieder il salvocondotto. Ricevettero il conseglio, e dopo qualche giorni, essendo partito il cardinale di Trento, fecero far ufficio per il Toledo ambasciator cesareo, acciò dal legato fosse ricevuto il loro mandato e ascoltata la proposizione, per dover essi, intesa la mente di lui, deliberare secondo che dal loro principe avevano instruzione. L’ambasciatore trattò col legato, dal quale ebbe l’istessa risposta data al Trento, perché non sdegno, ma deliberata volontá l’aveva somministrata allora. L’ambasciatore, intesa la mente del cardinale, giudicò che per allora il negozio non potesse aver luoco. E conoscendo che il riferir la risposta era contra la dignitá di Cesare, quale aveva cosí largamente promesso che ognun sarebbe stato udito e averebbe potuto liberamente proporre e conferire, in luoco di dar risposta precisa alli virtembergici, trovò diverse scuse a fine di portar la cosa inanzi; né lo seppe far con tanta arte, quantunque fosse spagnolo, che non scoprissero esser pretesti per non dar una negativa aperta.

Andarono in questo tempo a Trento ambasciatori della cittá d’Argentina e di cinque altre insieme, con instruzione di presentar la loro dottrina. Questi adoperarono Vielmo Pittavio, terzo ambasciator cesareo, il quale, per non incontrar nelle difficoltá occorse al collega, pigliò il loro mandato e li confortò ad aspettare pochi giorni, sin che lo mandasse a Cesare e ricevesse da lui risposta, perché in questa guisa si camminerebbe con piede fermo. Questo fu causa che anco li virtembergici si fermarono: e l’ambasciatore scrisse a Cesare, dando conto della risoluzione del legato e mostrando quanto fosse contra la dignitá della Maestá sua che non si tenesse conto d’una cosí onesta e giusta parola data da lei. Ma Cesare, volendo rimediare all’indignitá che riceveva e cavar anco frutto dal concilio con destro modo, aspettando gli ambasciatori dell’elettore di Sassonia in breve, scrisse che gli altri fossero trattenuti sino al loro arrivo, certificandoli che allora sarebbono stati uditi e conferito con essi loro con ogni caritá.