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142 l'istoria del concilio di trento


possi competere se non a chi averá de novo fondato chiesa, o vero sará provvisto di beni suoi patrimoniali per dote competente de una fondata; e per rimedio del secondo disordine, nel capo decimoterzo fu proibito al patrone, eziandio per virtú di privilegio, di far la presentazione ad altri che al vescovo.

Mentre che si trattavano queste materie, gionsero in Trento Gioanni Teodorico Pleniagoro e Gioanni Eclino, mandati ambasciatori dal duca di Virtemberga al concilio, con ordine che dovessero pubblicamente presentare la confessione della loro dottrina della quale di sopra s’è parlato, e insieme dire che sarebbono andati teologi per esplicarla piú copiosamente e defenderla, purché li fosse data sicurezza e salvocondotto secondo la forma del concilio basiliense. Questi si presentarono al conte di Monfort ambasciator cesareo, mostrarono il loro mandato, e dissero aver commissione di proponer alcune cose in concilio. Il che dal conte riferito al legato, egli rispose che sí come gli altri ambasciatori inanzi ad ogni altra cosa si presentano alli presidenti per nome del pontefice, e li significano la somma dell’ambasciaria loro, cosí dovevano fare li virtembergici; però andassero, che egli li averebbe ricevuti con ogni umanitá. Il conte fece la risposta, della quale non si contentarono, dicendo questo esser a punto uno delli capi richiesti in Germania, che nel concilio il papa non presedesse; al che non volendo contravvenire senza ordine del suo principe, averebbono scritto e aspettato risposta. Provò il conte con destro modo di sottrar quel tutto che il loro carico portava, per avvisarne il legato, ma li vertembergici stando sopra li generali, non uscirono a specificazione alcuna. Il legato diede immediate avviso a Roma, ricercando il modo di governarsi, massime che s’intendeva doverne venir altri ancora.

Ma nel principio di novembre Cesare, per esser piú vicino al concilio e alla guerra di Parma, si transferí in Inspruc, non piú distante da Trento di tre giornate, e di strada anco assai comoda, in modo che poteva dagli ambasciatori suoi, occorrendo, esser in un giorno avvisato. Ebbe il pontefice nova tutt’insieme dell’arrivo dell’imperatore e delli virtembergici.