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libro primo - capitolo iv | 87 |
gamente distesi: della santa comunione, del matrimonio dei
preti, della messa, della confessione, della distinzione de’ cibi,
dei voti monacali e della giurisdizione ecclesiastica. Si offerivano in fine, bisognando, di presentar ancora informazione
piú ampia. Ma nel proemio di essa esposero aver messo in
scritto la sua confessione per obedir alla proposta di Sua
Maestá che tutti dovessero presentarli la loro opinione; e però
se anco gli altri principi daranno in scritto le loro, sono apparecchiati di conferir amicabilmente per venir ad una concordia. Alla quale quando non si possi pervenire, avendo la
Sua Maestá in tutte le precedenti diete fatto intendere di non
poter determinare e concludere alcuna cosa in materia di religione per diversi rispetti allora allegati, ma ben esser per
operare col pontefice romano che sia congregato un concilio
generale; e finalmente avendo fatto dir nel convento di Spira
che, essendo vicino a componersi le differenzie tra Sua Maestá
e l’istesso pontefice, non si poteva piú dubitare che il papa
non fosse per acconsentir al concilio, si offerivano di comparire e di render ragione e difender la loro causa in un tal
general, libero e cristiano consesso, del qual si è sempre trattato nelle diete celebrate gli anni del suo imperio. Al qual
concilio anco, ed a Sua Maestá insieme, hanno in debita forma
di ragione appellato; alla qual appellazione ancora aderiscono,
non intendendo né per questo trattato né per alcun altro abbandonarla, se la defferenzia non sará prima in caritá redotta
a concordia cristiana.
In quel giorno non si passò ad altro atto. Ma l’imperatore, prima che far risoluzione alcuna, volle aver l’avviso del legato; il quale, letta e considerata, con li teologi d’Italia condotti, la confessione, se ben il giudicio loro fu che si dovesse oppugnare e pubblicare sotto nome di lui una censura, con tutto ciò egli, prevedendo che avrebbe dato occasione di maggiori tumulti e dicendo chiaramente che, quanto alla dottrina, in buona parte la differenza gli pareva verbale e poco importava dire piú ad un modo che all’altro, e non esser
ragionevole che la sede apostolica entri in parte nelle dispute