Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/73


libro primo - capitolo iii 67


assicurato, fulminò contra tutti li colonnesi, dechiarandoli eretici e scismatici e scomunicando qualonque li prestasse aiuto, conseglio o favore, o vero li desse ricetto. E privò ancora il cardinale della dignitá cardinalizia; il quale ritrovandosi in Napoli, non stimate le censure del papa, pubblicò un’appellazione al concilio, proponendo non solo la ingiustizia e nullitá delli monitorii, censure e sentenze, ma ancora la necessitá della Chiesa universale, la quale, ridotta in manifesto esterminio, non poteva esser per alcun mezzo sollevata, se non per la convocazione d’un legittimo concilio che la riformasse nel capo e ne’ membri: in fine citando Clemente al concilio che l’imperatore averebbe convocato in Spira.

Di questa appellazione, o vero citazione, o pur manifesto, dalli partegiani de’ colonnesi ne fu affisso in Roma di notte sopra le porte delle chiese principali e in diversi altri luoghi l’esemplare, e disseminato per Italia: il che a Clemente causò gran perturbazione, il quale aborriva sommamente il nome di concilio, non tanto temendo la moderazione dell’autoritá pontificia e delli comodi della corte, quanto per li rispetti suoi propri. Imperocché, quantonque Leone suo cugino, volendolo crear cardinale, facesse provare che tra la madre sua e il padre Giuliano fosse promessa di matrimonio, nondimeno la falsitá delle prove era notoria; e se ben non vi è legge che proibisca agl’illegittimi l’ascender al pontificato, nondimeno l’opinione vulgare è persuasa che con tal qualitá non possi stare la degnitá papale. Lo faceva dubitar assai che ad un tal pretesto, se ben vano, non fosse dato vigore dalli suoi nemici, sostentati dalla potenzia dell’imperatore; ma piú ancora temeva perché, conscio a se stesso con che arti fosse asceso al pontificato e come il cardinale Colonna avesse maniera di provarle, attesa la severa bolla di Giulio II che annulla l’elezione simoniaca e vieta che possi esser convalidata per consenso sussequente, aveva gran dubitazione che non avvenisse a sé quello che a Baltassar Cossa, detto Giovanni XXIII. Ma che negoziazione fosse di un concilio di Spira non ho potuto venir

in maggior cognizione, non avendone trovato menzione se non