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44 | l'istoria del concilio tridentino |
non vi è pena, pensano che basti se siano puniti dagli ordinari con le pene canoniche; ma se commetteranno alcuna
scelleratezza, il prencipe o vero podestá, nel territorio de’
quali falleranno, gli dovrá dare il debito castigo.
Il nuncio non restò sodisfatto di questa resposta e venne in resoluzione di replicare. E prima, quanto alla causa perché non fosse eseguita la sentenzia del papa e l’editto dell’imperator contra Lutero, disse non satisfare la ragione allegata che si fosse fatto per fuggir li scandali, non convenendo tollerar il male acciò ne venga bene, e dovendo tenir piú conto della salute delle anime che della tranquillitá mondana. Aggionse che non si dovevano scusar li seguaci di Lutero per li scandali e gravami della corte romana; perché se ben fossero veri, non si debbe perciò partire dall’unitá cattolica, ma piú tosto sopportar pazientissimamente ogni male. Per il che li pregava dell’esecuzione della sentenzia e dell’editto, inanzi che la dieta si finisse: e se la Germania è in alcun conto gravata dalla corte romana, la sede apostolica sará pronta di sollevarla; e se vi sono discordie tra gli ecclesiastici e li prencipi secolari, il pontefice le componerá ed estinguerá. Che quanto alle annate, altro non diceva per allora, poiché opportunamente Sua Santitá averebbe dato resposta; ma quanto alla domanda del concilio, replicò che sperava non dover despiacer a Sua Santitá se l’avessero domandato con parole piú convenienti, e però ricercava che fossero levate tutte quelle che potessero dar qualche ombra alla Beatitudine sua; come quelle parole, che il concilio sia convocato col consenso della Maestá cesarea; e quelle altre, che debbia esser libero e che debbiano esser relassati i giuramenti, e il concilio sia celebrato piú in una cittá che in un’altra; perché, se non si levino, parerá che voglino legar le mani alla Santitá sua; cosa che non fará buon effetto. Quanto alli predicatori, ricercò che si osservasse il decreto del pontefice che per l’avvenire nissun potesse predicar, se la dottrina sua non fosse esaminata da vescovo. Quanto alli stampatori e divulgatori de’ libri, replicò
che in nissun modo le piaceva la risposta; ma che dovesser