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402 l'istoria del concilio tridentino


piú benefici non siano dati se non quando uno non basta per vivere. Ma questa sufficienza la tagliavano molto larga, proporzionandola non alla persona, ma anco alla qualitá; non avendo per sufficiente ad un prete dozzenale se non fosse bastante per sé, per la fameglia de’ parenti, per tre servitori e un cavallo; ma se fosse nobile o vero litterato, tanto piú. Per un vescovo è maraviglia quanto l’allargano, per il decoro che li convien tenere. Delli cardinali basta considerare il volgar detto della corte, che s’uguagliano alli re; dal che concludono che nessuna entrata sia eccessiva in loro, se non è soprabbondante alla condicione regale. Introdotta la consuetudine, e non potendo il mondo né l’equitá resistere, li pontefici romani riservarono a sé soli il poter dispensare degl’incompatibili, e dell’averne piú de doi degli altri.

Ma per trovar modo di metter in pratica, che avesse del colorato, si diede mano alle commende, cosa anticamente ben instituita e poi adoperata solo a questo fine. Giá quando, per qualche rispetto di guerre, pesti e altre cause tali, non si poteva cosí presto far l’elezione o provvisione, il superiore raccomandava la chiesa vacante a qualche persona di bontá e valore, che oltra la cura della propria governasse anco la vacante, sinché fosse provvisto di rettore proprio e titulario: questo allora non aveva facoltá sopra le entrate, se non di governarle e consegnarle. In progresso li commendatari, sotto vari pretesti di necessitá e onestá, si valsero de’ frutti, e per goderli piú longamente attraversavano vari impedimenti alla provvisione; onde per rimedio fu preso ordine che la commenda non potesse durar piú di sei mesi. Ma li papi, con l’autoritá loro di plenipotenza, passarono a commendare per piú longo tempo, e finalmente anco a vita del commendatario, e con facoltá di usar per sé li frutti oltre le spese necessarie. Questa buona invenzione cosí degenerata si usò nelli tempi corrotti per palliare la pluralitá al possessore d’un beneficio, commendandone un altro o piú; cosí servando le parole della legge, di non darne ad una persona salvo che uno, ma fraudando il senso, poiché il commendatario a vita in esistenza