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libro secondo - capitolo viii | 387 |
sua onnipotenza in tanta frequenza, e vorrá che con rimedi
estraordinari provegga alle cose quotidiane, piú tosto fará credere che Dio per sua provvidenza abbia provvisto che simil
accidenti non possino occorrere. Però, diceva il vescovo, ad
ogni inconveniente Dio ha provveduto con aver ordinato che
sia vero sacramento quello che è amministrato col rito instituito da lui, se ben interiormente il ministro portasse altra
intenzione. Aggionse però che ciò non repugna alla dottrina
comune de’ teologi e alla determinazione del concilio fiorentino; che l’intenzione si ricerca perché ciò s’intende non della
interna, ma di quella che per l’opera esteriore si manifesta, se
ben interiormente vi fosse una contraria: e cosí sono levati
tutti gl’inconvenienti, che altrimenti sarebbono innumerabili.
Molte altre ragioni addusse per prova, e in fine portò un esempio
scritto da Sozomeno: che essendo ridotti li putti di Alessandria
al mare per giocar tra loro, si diedero ad imitar scherzando le
azioni solite farsi in chiesa; e Atanasio, creato da loro vescovo
del gioco, batteggiò altri fanciulli non prima batteggiati; la
qual cosa intesa da Alessandro, vescovo alessandrino di celebre memoria, si conturbò, e chiamati li putti, e interrogato
quello che il finto vescovo aveva loro fatto e detto, ed essi
risposto, e inteso che tutto il rito ecclesiastico fu osservato,
col conseglio de altri sacerdoti approvò il battesmo: la qual
approbazione non si potrebbe sostenere, quando si ricercasse
una intenzione tale, come gli altri dicevano, ma sí ben nel
modo ch’egli esprimeva.
Questa dottrina non fu approvata dagli altri teologi, ma ben restarono storditi tutti dalla ragione, non sapendo risolverla; restando nondimeno nella dottrina appresa, che l’intenzione vera del ministro sia necessaria, o attuale o virtuale, e che con una intenzione interna contraria, non ostante qualonque esterna demostrazione, il sacramento non sia valido. Non debbo restar di narrar anco, se ben questo sará un anticipar il tempo proprio, che quantonque la sinodo dopo determinasse assolutamente che l’intenzione del ministro è necessaria, come ognuno può vedere, questo prelato nondimeno restò