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libro secondo - capitolo vi 347


l’opera, senza nessun rossore dell’assurditá che seco apertamente porta, cioè che sia dato titolo e salario senza obbligazione. E per palliarla, anzi piuttosto farla apparire piú vergognosa, avendo li canonisti una massima che convince l’assurditá, cioè «ogni beneficio è dato per ufficio», l’hanno esposta intendendo per ufficio le preci orarie del breviario, sí che sia data un’entrata di mille, di dieci mille e piú scudi per questo solo, acciò si pigli in mano un breviario e legga con quanta velocitá può la lingua in sommessa voce, senza attender anco ad altro che alla prononcia delle parole. Ma la distinzione delli dottori e la provvisione delli pontefici romani aumentarono in poco tempo l’abuso, imperocché senza di quelle alcuno pur delli beneficiati semplici si sarebbe fatto conscienza, che con quelle ognuno ha giustificato l’abuso per cosa lecita. E quanto alli curati, introdusse la dispensa pontificia, non mai negata a chi la ricerca in quel modo che fa impetrar ogni cosa a Roma; onde li soli poveri, e quelli che ne ricevevano comodo, risedevano; e l’abuso, prima in minima parte per leggi pontificie rimediato, per le dispense non solo salí al colmo, ma si sparse anco fuori, infettando la terra.

Dopo li moti della Germania nella religione, che diedero occasione di parlare e desiderar riforma, ascrivendo ognuno il male alla negligenza e poca cura dei prelati, e desiderando vederli al governo delle chiese, detestando le dispense, cause dell’assenza, furono introdotti discorsi dell’ubbligazione loro; e alcuni uomini pii, tra’ quali fra’ Tomaso Gaetano cardinale, affermarono l’obbligo della residenza esser di legge divina: e avvenne, come in tutte le cose occorre, che la passione precedente persuadé l’opinione piú rigida e l’obbligazione piú stretta e la disubbligazione piú difficile; quest’era dandogli vigor di legge divina. Li prelati, vedendo il male, ma desiderando che fosse iscusabile e di colpa leggiera, si diedero all’opinione che non da Dio, ma dal pontefice erano ubbligati, imperocché cosí la dispensa o la taciturnitá del papa li salvava. Con queste previe disposizioni di dottrina fu nel concilio proposta la materia, come si è detto; la quale perché