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libro secondo - capitolo vi 337


di sapienza impenetrabile e incomprensibile. Aggiongevano luochi delle altre Pistole, dove dice che niente abbiamo se non ricevuto da Dio, che non siamo da noi sufficienti manco a pensar il bene; e dove, rendendo la causa perché alcuni si rivoltano dalla fede, restando altri fermi, quella disse essere perché sta fermo il fondamento di Dio, quale ha questo sigillo, cioè: «il Signore conosce li suoi». Aggiongevano diversi passi dell’Evangelio di san Gioanni, e autoritá di sant’Agostino innumerabili, perché quel santo in sua vecchiezza non scrisse altro che a favor di questa dottrina.

Ma alcuni altri, se ben meno stimati, a questa opinione si opponevano, intitolandola dura, crudele, inumana, orribile ed empia, come quella che mostrasse parzialitá in Dio, se senza alcuna causa motiva eleggesse l’uno ripudiando l’altro; e ingiusta, se destinasse alla dannazione gli uomini per propria volontá, non per loro colpe, e avesse creato una tanta moltitudine per dannarla. Dicevano che distrugge il libero arbitrio, poiché li eletti non potrebbono finalmente far male, né li reprobi bene; che mette gli uomini nell’abisso della desperazione, col dubbio che possino esser reprobati; che dá ansa alli perversi di operar sempre male, non curando di penitenzia, col pensare che se sono degli eletti, non periranno, se dei reprobi, è vano far bene, ché non li gioverá. Confessavano che non solo le opere non sono causa della divina elezione, perché quella, come eterna, è inanzi loro; ma che né anco le opere prevedute possono mover Dio a predestinare; ma che per sua infinita misericordia vuole che tutti si salvino, e a tutti prepara aiuti sufficienti a questo fine, li quali ciascun uomo, essendo di libero arbitrio, o riceve o rifiuta secondo che piú li piace; e Dio nella sua eternitá prevede quei che riceveranno li aiuti e se ne valeranno in bene, e quei che li ricuseranno; e questi reproba, quelli elegge e predestina. Aggiongevano che altrimenti non si può veder la causa perché Dio si doglia nella Scrittura delli peccatori, né perché esorti tutti alla penitenzia e conversione, se non li dá delli efficaci

mezzi per acquistarle; che quell’aiuto sufficiente, dagli altri


Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - i 22