Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/336

330 l'istoria del concilio tridentino


al decreto dell’approbazione). Dicevano che l’operar con timore e tremore è frase ebrea che non significa ambiguitá ma riverenza, perché timor e tremor usano li servi verso li patroni, eziandio quando da essi sono commendati e sanno esser in grazia loro; che il luoco di san Paulo faceva a favore, quando avesse parlato della giustificazione; perché dicendo: «non sono conscio di mancamento, né per ciò son giustificato», inferirebbe: «ma son giustificato per altro»; e cosí proverebbe la certezza. Nondimeno il vero senso essere che san Paulo parla del mancamento nell’ufficio del predicare, e dice: «La mia conscienzia non m’accusa d’aver in cosa alcuna mancato; non però ardisco dire d’aver intieramente sodisfatto, ma tutto riservo al divino giudicio».

Chi non avesse veduto le memorie scritte da quei che ebbero parte in queste dispute, e quello che mandarono alla stampa, non crederebbe quanto fosse sopra questo articolo disputato, e con quanto ardore, non solo dalli teologi, ma anco dalli vescovi, parendo a tutti intenderla e aver per sé la veritá; in modo che Santa Croce si vide avere piú bisogno di freno che di sproni, e col frequente procurare di passar ad altro e divertire quella controversia, desiderava metterci fine. Due volte fu proposto in congregazione de’ prelati di tralasciare quella questione, come ambigua, longa e molesta; con tutto ciò vi tornavano, attratti dall’affetto. Pur finalmente il cardinale, col mostrar che si era parlato assai e che conveniva ripensare le cose dette per risolversene piú maturamente, ottenne che si parlasse delle opere preparatorie, e dell’osservanza della legge. Con qual occasione fu introdotta da molti la materia del libero arbitrio; e dal cardinale non fu trascurata, ma propose se pareva bene trattar insieme anco quel particolare, poiché tanto connesso appariva, che non si sapeva come trattarlo separatamente. Adonque furono deputati prelati e teologi a raccogliere li articoli dalle opere de’ luterani per sottoporli alla censura.

Li articoli furono:

I. Dio è total causa delle opere nostre, cosí buone come