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libro secondo - capitolo vi 325


portare la croce inanzi come legato dell’esercito, e cosí aveva ordine dal pontefice di fare, pubblicando anco indulgenze, nel modo per li tempi passati solito farsi nelle crociate, dechiarando che quella era guerra della chiesa cattolica; nessuna delle qual cose potè ottenere dall’imperatore, il quale aveva per fine mostrar tutto il contrario, per dar trattenimento alli principi luterani che seco erano, e acciò le cittá non si ostinassero contra lui per quella causa. Il cardinale, vedendo non poter star nel campo in altra qualitá con dignitá del papa e sua, fermatosi in Ratisbona, fingendosi ammalato, aspettava risposta dall’avo, quale aveva del tutto avvisato.

Poste da tutte due le parti le genti e le arme in punto, quantonque ambedue avessero grosso esercito e si constringessero l’un l’altro presentandosi anco la battaglia, ciascuno quando vedeva il vantaggio proprio, e occorressero all’uno o l’altro molte buone occasioni di acquistar qualche notabil vittoria, nondimeno dal canto de’ protestanti non furono abbracciate, per esser le genti comandate dall’elettor e dal langravio con pari autoritá e governo negli eserciti, sempre di pessima riuscita; e Cesare ciò conoscendo, per restar superiore senza sangue, e per non dar a’ nemici occasione di regolar meglio le cose loro, aspettava che il tempo li mettesse in mano la certa vittoria, in luoco di quella che poteva sperare con altrettanto dubbio, esponendosi alla fortuna d’una giornata; onde non fu fatto fazione di momento e conseguenza.

Li legati in Trento, liberati dalla soldatesca, regolarono, secondo lo stile di prima, le congregazioni, ritornandole alli giorni ordinari. E pensando tra loro come andar portando il tempo inanzi secondo l’intenzione del papa, non trovarono altro modo se non con mostrare che l’importanza della materia ricercava esatta discussione, e con allongare le dispute delli teologi, dando adito e aggregando nove materie: del che non era da temere mancamento di occasione, attesoché o per la connessione, o per intemperanzia d’ingegno, sempre li dottori passano facilmente d’un all’altro soggetto. Consegnarono anco di fomentar le differenze e varietá di opinioni;