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324 l'istoria del concilio tridentino


Ma se ben riuscivano il tentativo de’ protestanti, e le cose del Tirol restarono in sicuro, che da quel canto non rimase dubbio, nondimeno tutto Trento andò in confusione per il grande numero de soldati che continuamente d’Italia in Germania passava; quale, secondo le convenzioni della lega, era in tutto al numero di dodici mila fanti e cinquecento cavalli, oltre duecento del duca di Toscana e cento del duca di Ferrara. Erano condotti da tutti li famosi capitani d’Italia, sotto Ottavio Farnese, general capitano, e Alessandro Farnese, Cardinal legato, fratelli, ambi al pontefice nepoti di figlio; e seimila spagnuoli, soldati propri di Cesare, tratti di Napoli e Lombardia. E mentre durò il passaggio de soldati, che fu sino a mezzo agosto, se ben non s’intermessero affatto le pubbliche azioni conciliari, si fecero però meno frequenti e meno numerose. Ma acciò che li vescovi e teologi avessero trattenimento, il Cardinal Santa Croce teneva in casa propria riduzione de litterati, dove si parlava delle cose medesme, ma in modo familiare e senza ceremonia.

Pubblicarono in questo tempo li protestanti collegati contra Cesare una scrittura inviata alli loro sudditi, piena di maledicenze contra il pontefice romano, chiamandolo Anticristo, istromento di Satan, imputandolo che per li tempi passati avesse mandato a taccar fuoco in diversi luochi di Sassonia, che ora fosse autore e istigatore della guerra, che avesse mandato in Germania per avvenenar li pozzi e acque stagnanti: avvertendo tutti a star diligenti per prender e punire quelli venéfici; la qual cosa però pochissimi riputavano verisimile, ed era stimata una calunnia.

Arrivata la gente del papa nel campo che si ritrovava in Landisuth, il dí 15 agosto, Cesare diede il collar del Tosone ad Ottavio suo genero, che gli aveva donato nella celebrazione dell’assemblea di quell’ordine che tenne il dí di sant’Andrea, e vidde la mostra delle genti del pontefice, con molta approbazione e contento suo di aver il fiore della milizia italiana; e nondimeno li fini del pontefice e imperatore, diversi, producevano occasioni di disgusti. Voleva il Cardinal Farnese