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298 l'istoria del concilio tridentino


universale (dicendo il peccato di Adamo esser passato in tutta la posteritá), ma poi quella destrutta con l’eccezione. Né giovare il dire che l’eccezione non sia assertiva ma ambigua; perché, sí come una particolare rende falsa l’universale contradittoria, cosí la particolare ambigua rende incerta l’universale. E chi non vede che, stante quella eccezione, eziandio con ambiguitá, ognuno può concludere: «Adonque non è certo che il peccato sia passato in tutta la posteritá, perché non è certo che sia passato nella Vergine; e massime che la ragione, con quale si persuade quella eccezione, può persuaderne molte altre»? Ben esser stato concluso da san Bernardo che la stessa ragione, che induce a celebrar la Concezione della Vergine, concluderá che sia celebrata quella del padre e madre di quella, e delli avi e proavi e di tutta la genealogia, e cosí andar in infinito, dice Bernardo: ma non vi si anderebbe, perché, gionti ad Abramo, vi sarebbe gran ragione di assentarlo solo dal peccato originale. Egli è quello a cui è fatta la promessa del Redentore; Cristo è detto sempre seme di Abramo; egli è chiamato padre di Cristo e di tutti li credenti, esemplare delli fedeli: tutte dignitá molto maggiori che il portar Cristo nel ventre, secondo la divina risposta, che la Vergine fu piú beata per aver udita la parola di Dio che per aver lattato e partorito. E chi per prerogativa non si lascierá consegnare ad eccettuare Abramo, e aver per soda l’antica ragione che Cristo è senza peccato per esser nato de Spirito Santo senza seme virile, dirá che era meglio seguir il consegiio del Savio, e contenersi tra li termini posti dai Padri. Aggiongevano che grand’obbligo doveva il mondo portare al concilio, che si sia contentato dire che confessa e sente restar nei battezzati la concupiscenza, ché altrimente sarebbono costretti gli uomini a negar di sentire in loro quello che sentono.

Nel decreto della riforma s’aspettava che fosse provveduto alli scolastici e alli canonisti: a questi, che danno le divine proprietá al papa sino a chiamarlo Dio, darli infallibilitá e far l’istesso tribunale di ambidua, con dir anco che sia più clemente di Cristo; alli scolastici, che hanno fatto fondamento