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libro secondo - capitolo iv 267


assai offesi e ripresero il vescovo bene con affettata modestia, ma però assai pongentemente. E la congregazione fu licenziata.

Il giorno seguente mandarono li legati a dimandar al vescovo copia del ragionamento fatto da lui, e la mandarono a Roma, tassando il ragionamento come irriverente e sedizioso, aggiongendo che gli avevano fatto una modesta e severa reprensione, e che sarebbono anco passati piú inanzi, perché cosí il vescovo meritava, se non fosse stato il dubbio di attaccar qualche disputa aromatica, la qual potesse generar scissura; però che non è da lasciarlo impunito, per non accrescerli l’ardire di far in ogni congregazione il medesimo e peggio, rappresentando a Sua Santitá che ad ogni modo sará bene farlo partir da Trento, o per una via o per l’altra, e operare che non ritorni piú il vescovo di Chiozza, poco dissimile da lui, se ben per diverso andare. Era partito questo vescovo immediate dopo la sessione sotto pretesto d’indisposizione, ma in veritá per parole passate tra lui e il Cardinal Polo in congregazione nella materia delle tradizioni, avendo il vescovo parlato in difesa di fra’ Antonio Marinaro, e perciò conteso col cardinale; il che avendo dato occasione a lui di far querimonia che non vi fosse libertá nel concilio, si vedeva non esser in buona grazia delli legati e stare soggetto a qualche pericolo. Non contenti li legati dell’operato, per mortificare il vescovo di Fiesole e mantenere la cosa integra sino all’avviso di Roma (per poterla o cacciar inanzi o dissimulare, secondo che li fosse ordinato,) nella seguente congregazione li fece il Monte una ripassata addosso, concludendo che si lasciava per allora di attender ai casi suoi, essendo necessario occuparsi in cose di maggior importanza.

Ebbero risposta da Roma, quanto alli due vescovi, che opportunamente s’avrebbe rimediato; ma quanto alle cose da trattare che, quando s’attendesse all’appetito de’ principi, sarebbe far il concilio piú tumultuoso e le risoluzioni piú longhe e difficili, cercando ognuno di attraversar quella parte che non li piacesse o, col metter difficoltá in una cosa, intrattener