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266 l'istoria del concilio tridentino


prelati a volere che tutto dependesse dall’autoritá episcopale e che non vi fosse nessuna esenzione; e dall’altro canto volendo li legati mantenere li privilegi dati dal pontefice, massime a’ Mendicanti e alle universitá. E dopo molte dispute, essendo la materia assai dibattuta, credettero che nella congregazione delli i10 maggio dovessero esser tutti d’accordo. Ma riuscí in contrario, perché, se ben durò sino a notte, non si potè prender conclusione, in alcuni capi per la diversitá delli pareri tra li prelati medesmi, in altri perché li legati non volevano condescender all’opinione universale di levare o almeno moderare li privilegi. Opponevano alli vescovi che si movessero piú per interesse proprio che per ragione, che non tenissero conto del pregiudicio delli regolari, che troppo arditamente volessero correggere li concili passati e metter mano nei privilegi concessi dal papa. Né potȇro convenire, non tanto per la varietá delle opinioni e per l’interesse delli vescovi, ma ancora perché gl’imperiali procuravano ciò per mettere tempo, a fine che non si venisse alla proposizione dei dogmi. Né alli legati era ingrato che si temporeggiasse, essendo risoluti, se non li veniva vietato nella risposta che aspettavano da Roma, passar alla proposizione de’ dogmi e, come dicevano li suoi confidenti, chiarirsi quello che ne abbia a riuscire.

Ma per metter qualche fine alle cose trattate, fecero legger un sommario delle opinioni de’ teologi e canonisti dette in diverse congregazioni precedenti, dicendo che per essere li voti assai longhi, avevano scelto quello che li pareva essere di buona sustanza, acciocché si esaminasse e si dicesse sopra il parere. Ma Braccio Martello, vescovo di Fiesole, udito a leggere l’estratto, si oppose con perpetua orazione, dicendo essere necessario che la congregazione generale intendesse i voti e le ragioni di tutti, e che non li fossero lette raccolte e summari. E si estese in maniera (amplificando l’autoritá del concilio e la necessitá di ben informarlo, e la poca convenienza che era che alcuni soli fossero arbitri delle deliberazioni, o vero le risoluzioni venissero d’altrove), che li legati restarono