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244 l'istoria del concilio tridentino


ricercava che fosse citato a Trento l’auditore, o vero usato verso di lui qualche risentimento che conservasse la dignitá della sinodo illesa. Alcuni anco passavano a dannar l’imposizione delle pensioni, dicendo essere ben cosa giusta e usata dall’antichitá che le chiese ricche sovvenissero le povere, non però costrette, ma per caritá, né levando a se stesse le cose necessarie; cosí anco aver insegnato san Paulo; ma che li poveri prelati, di quello che era necessario per la sostentazione propria fossero costretti con censure a refondere alli ricchi, essere cosa intollerabile; e questo esser un capo di riforma da trattar in concilio, riducendo la cosa all’antico e veramente cristiano uso. Ma li legati, considerando quanto fossero giuste le querele e dove potevano capitare, quietarono ogni cosa con promettere che averebbono scritto a Roma e fatto onninamente desistere dal processo giudiciale, e operato che in qualche modo fosse provveduto al vescovo, sì che potesse mantenersi in concilio.

Avendo tutti li teologi finito di parlare, il di 8 fu intimata congregazione per il seguente, se ben non era giorno ordinario, non tanto per venir a fine di stabilir decreto sopra li articoli disputati, quanto per decoro del concilio, che in quel giorno, dedicato a festa profana del carnevale, li padri si occupassero nelle cose conciliari. E allora fu da tutti approvato che le tradizioni fossero ricevute come di ugual autoritá alla Scrittura, ma non concordarono nella forma di tessere il catalogo dei libri divini. Ed essendo tre opinioni, l’una di non descendere a particolar libri, l’altra di distinguer il catalogo in tre parti, la terza di farne un solo ponendo tutti li libri di ugual autoritá; né essendo ben tutti risoluti, furono fatte tre minute, con ordine che si pensasse accuratamente, per dir ciascuno quale ricevesse nella seguente congregazione: che il giorno 12 non si tenne, per l’arrivo di don Francesco di Toledo, mandato dall’imperatore ambasciator per assister al concilio come collega di don Diego: il qual fu incontrato dalla maggior parte delli vescovi e dalle famiglie dei cardinali.

Arrivò in Trento in questo tempo il Vergerio, di sopra piú