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CAPITOLO III

(febbraio-marzo 1546).

[Terza sessione: lettura del simbolo niceno-costantinopolitano. — Conferenza religiosa e dieta di Ratisbona: riaffermato contrasto fra luterani e cattolici. — Lavori del concilio: congregazioni sul canone della sacra Scrittura. —Critica delle dottrine luterane. — Dell’autoritá della sacra Scrittura e della tradizione. — Dell’autenticitá dei libri sacri. — Lagnanze di vescovi in concilio pel pagamento delle pensioni. — Breve soggiorno del Vergerio a Trento: sua apostasia. — Dell’autoritá della Volgata in relazione col testo e con le altre traduzioni. — Della moderna interpretazione della Scrittura. — Si approva la Volgata, proponendone la correzione. — Se ne condanna ogni interpretazione contraria alla dottrina della Chiesa e dei Padri. — Si condanna l’abuso dei testi sacri in azioni profane o superstiziose. — Dell’insegnamento religioso e della predicazione.]

Avvicinando il tempo prefisso per la sessione, e non avendo ricevuto da Roma instruzione, si ritrovarono li legati in molta perplessitá. Il passar quella sessione in ceremonie, come la precedente, pareva un perder tutta la riputazione; il dar mano ad alcuna materia era giudicato cosa pericolosa, non avendo ancora prefisso il scopo dove mirare. Quello che pareva portare manco rischio era formar un decreto sopra la resoluzione presa nella congregazione di trattar insieme la materia della fede con quella della riforma, a che si opponeva che era un obbligarsi e anco un determinare cosa quasi giá decisa dal pontefice nella convocazione. In quest’ambiguitá era proposto che si passasse con un decreto dilatorio, sotto pretesto che molti prelati erano in viaggio e s’aspettavano di corto. Il Cardinal Polo messe in considerazione che, essendosi in tutti li antichi concili pubblicato un simbolo di fede, si dovesse in quella sessione far l’istesso, pubblicando quello della chiesa romana.