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libro primo - capitolo i | 17 |
legavano i teologi che la dottrina si vedeva con evidenza empia,
che li libri erano divulgati e le prediche di Lutero notorie. Dicevano gli altri che la notorietá non toglieva la difesa, che è
de iure divino et naturali, correndo alli luoghi soliti, Adam
ubi es? Ubi est Abel frater tuus? e nell’occorrenza delle cinque cittá, Descendam et videbo. Aggiongevano che la citazione
dell’auditore dell’anno inanzi, in virtú della quale il giudicio
fu rimesso al Gaetano in Augusta e restò imperfetto, quando
altro non fosse, la mostrava necessaria. Dopo molte dispute,
nelle quali li teologi attribuivano a sé soli la decisione trattandosi di cosa di fede, e li giurisconsulti se l’appropriavano
quanto alla forma del giudicio, fu proposto composizione tra
loro, distinguendo il negozio in tre parti: la dottrina, li libri
e la persona. Della dottrina concessero li canonisti che si
condannasse senza citazione; della persona persistevano in
sostener che fosse necessaria; però non potendo vincer gli
altri, che insistevano con maggior acrimonia e si coprivano
col scudo della religione, trovarono temperamento che a Martino fosse fatto un precetto con termine conveniente, che cosí
si risolverebbe in citazione. Delli libri vi fu piú che fare,
volendo li teologi che insieme con la dottrina fossero dannati assolutamente, e li canonisti che si ponessero dal canto
della persona e si comprendessero sotto il termine. Non potendosi accordare in questo, fu fatto l’uno e l’altro; prima
dannati di presente, e poi dato il termine per abbruggiarli. E
con queste risoluzioni fu formata la bolla sotto il dí 15 giugno 1520, la quale essendo come principio e fondamento del
concilio di Trento, di cui abbiamo da parlare, è necessario
rappresentar qui un breve compendio di quella.
Nella quale il pontefice inviando il principio delle sue parole a Cristo, il quale ha lasciato Pietro e li suoi successori per vicari nella sua Chiesa, lo eccita ad aiutarla in questi bisogni; e da Cristo voltatosi a san Pietro, lo prega per la cura recevuta dal Salvatore voler attender alle necessitá della chiesa romana consecrata col suo sangue; e passando a san
Paulo, lo prega del medesimo aiuto, aggiongendo che se ben
Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - i | 2 |