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220 l'istoria del concilio tridentino


pubblicasse nella sessione un decreto formato circa il modo di vivere cristianamente in Trento durante il concilio.

Il qual letto col titolo La sacrosanta ecc., sì come fu da Roma mandato, fecero instanza li francesi che si dovesse aggiongerli: «rappresentante la Chiesa universale», la qual opinione fu seguita da gran parte delli vescovi con universale assenso. Ma li legati, considerando che questo era titolo usato dal constanziense e basiliense solamente, e che l’imitarli era un renovar la loro memoria e darli qualche autoritá e aprire porta all’ingresso delle difficoltá che la chiesa romana ebbe in quei tempi; e, quello che piú importava, avvertendo che dopo aver detto «rappresentante la Chiesa universale», averebbe potuto venir pensier ad alcuni d’aggionger anco le seguenti parole, cioè: «che tiene potestá immediate da Cristo, alla quale ciascuno, eziandio di degnitá papale, è tenuto di ubidire», si opposero gagliardamente e (come essi scrissero a Roma) con parole formali si appontarono contra, non esplicando però al li padri le vere cause, ma solo con dire che erano parole ampullose e invidiose, e che gli eretici gli averebbono dato sinistra interpretazione; e s’adoperarono ciascuno d’essi tre senza scoprir il secreto, prima con arte e poi con lasciarsi intender liberamente di non volerlo permettere, sì che fecero acquietar il moto universale, se ben li francesi e alcuni altri pochi restarono fermi nella loro proposta.

Ed alli legati prestò grand’aiuto Gioanni di Salazar vescovo di Lanciano, spagnolo di nazione, il qual, avendo commendato in molte parole li primi concili della Chiesa per l’antichitá e santitá degl’intervenienti, lodò che fossero imitati nel titolo usato da loro molto semplice, senza espressione di rappresentazione o di quale o quanta autoritá la sinodo abbia. Non piacque però quello che continuò dicendo: che ad esempio di quelli si doveva tralasciar anco la nominazione delli presidenti, che non si vede mai usata in nessun concilio vecchio, solo incominciata dal constanziense, che per causa del scisma mutò piú volte presidenti: soggiongendo che se l’esempio di quello fosse da seguire, bisognerebbe anco nominar l’amba-