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16 | l'istoria del concilio tridentino |
delli moti germanici ed elvetici, aumentati con molte amplificazioni ed aggionte, come è costume della fama, massime
quando riporta cose lontane, Leone era notato di negligenza,
che in tanti pericoli non dasse mano a gagliardi rimedi. I
frati particolarmente biasimavano che attento alle pompe, alle
caccie, alle delizie ed alla musica, de quale sopra modo si
dilettava, tralasciasse cose di somma importanza. Dicevano
che nelle cose della fede non conviene trascurar cosa minima,
né differir un punto la provvisione; la quale sí come è facilissima prima che il male prenda radice, cosí quando è invecchiato riesce tarda; che Ario fu una minima scintilla che con
facilitá sarebbe stata estinta, e pure abbruggiò tutto il mondo;
che avrebbero a quell’ora fatto altrettanto Giovanni Hus e Geronimo da Praga, se dal concilio di Costanza non fussero
stati oppressi nel principio. In contrario Leone era pentito di
tutte le azioni fatte da lui in queste occorrenze, e piú di tutto
del breve dell’indulgenze mandato in Germania; parendogli
che sarebbe stato meglio lasciar disputare li frati tra di loro
e conservarsi neutrale e riverito da tutte le parti, che col
dechiararsi per una constringer l’altra ad alienarsi da lui;
che quella contenzione non era tanto gran cosa; che non bisognava metterla in reputazione; che mentre sará tenuta per
leggiera pochi ci penseranno, e se il nome pontificio non
fosse entrato sino allora dentro, avrebbe fatto suo corso e
sarebbe dileguata.
Con tutto ciò, per le molte instanze de’ prelati di Germania, delle universitá che, interessate per la condanna, ricercavano l’autoritá pontificia per sostentamento, e piú per le continue importunitá de’ frati di Roma, venne in risoluzione di ceder all’opinione comune. E fece una congregazione di cardinali, prelati, teologi e canonisti, alla quale rimesse intieramente il negozio. Da quella con grandissima facilitá e prestezza fu concluso che si dovesse fulminar contra tanta impietá; ma furono discordi li canonisti dalli teologi, volendo questi che immediate si venisse alla fulminazione, e dicendo
quelli che fosse necessario precedesse prima la citazione. Al-