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204 l'istoria del concilio tridentino


e Margarita d’Austria sua pronuora, che averebbe voluto l’investitura in persona del marito, perché perdeva il titolo di duchessa di Camerino e non ne acquistava altro, se ne mostrasse scontenta. Dipoi, voltato tutto ad uscire dalle difficultá e pericoli che portava il concilio, stando cosí né aperto né chiuso, ma sí ben in termine di poter servire all’imperatore contra di lui, deliberò di mandar il vescovo di Caserta per trattar con Sua Maestá, proponendo che si aprisse e se gli dasse principio, o vero si facesse una suspensione per qualche tempo; e quando questo non fosse piaciuto, la translazione in Italia, per dar tempo onestamente a quello che si fosse trattato nel colloquio e dieta; o qualche altro partito che non fosse cosí disonorevole e pericoloso per la chiesa, come era lo star il concilio in pendente con li legati e prelati ociosi.

Questa negoziazione s’incamminò con varie difficoltá; perché l’imperatore era risoluto di non consentire né a suspensione né a translazione; né parendogli utile alli suoi fini l’apertura, non negava assolutamente alcuna delle proposte; né avendo altro partito, non sapeva che altro fare, se non interpor difficoltá alle tre proposte. Finalmente nel mezzo di ottobre trovò temperamento che il concilio si aprisse e trattasse della reformazione, soprassedendo dalla trattazione delle eresie e de’ dogmi, per non irritar li protestanti. Il pontefice, avvisato per lettere dal noncio, fu toccato nell’intimo del cuore. Vedeva chiaro che questo era dare la vittoria in mano a’ luterani e spogliar lui di tutta l’autoritá, facendolo dependere dalli colloqui e diete imperiali, con ordinar, in quelle, trattazioni di religione e vietarle al concilio, e indebolirlo con alienarli li suoi per via di riforma, e fortificar li luterani col sopportar o non condannar le eresie loro. E certificato in se stesso che gl’interessi suoi e quei di Cesare, per la contrarietá, non potevano unirsi, deliberò tenire li suoi fini occulti e operare come metteva conto alle cose sue. Però, senza mostrar alcuna displicenza della risposta, replicò immediate al Caserta che per compiacer a Sua Maestá deliberava di aprir

il concilio senza interposizione di tempo, comandando che