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178 l'istoria del concilio tridentino


Poi applicando l’animo a Trento, fece dar principio a consultare il tenor delle facoltá che si dovevano dare alli legati; il che ebbe un poco di difficoltá, per non avere esempi da seguire. Imperocché al lateranense precedente era intervenuto il pontefice in persona; inanzi quello, al fiorentino parimente intervenne Eugenio IV; il constanziense, dove fu levato il scisma, ebbe il suo principio con la presenza di Giovanni XXIII, uno delli tre papi dismessi, e il fine con la presenzia di Martino V. Inanzi di quello, il pisano fu prima congregato da cardinali e finito da Alessandro V. In tempi ancora piú inanzi, al viennese fu presente Clemente V; alli doi concili di Lione Innocenzio IV e Gregorio X; e inanzi questi al lateranense Innocenzio III. Solo il concilio basiliense, in quel tempo che stette sotto l’obedienzia d’Eugenio IV, fu celebrato con presenzia de legati. Ma imitare qualsivoglia delle cose in quello osservate era cosa di troppo cattivo presagio. Si venne in resoluzione di formare la bolla con questa clausola, che li mandava come angeli di pace al concilio intimato per l’inanzi da lui in Trento; ed esso gli dava piena e libera autoritá, acciocché per mancamento di quella la celebrazione e continuazione non potesse essere ritardata, con facoltá di presedervi e ordinar qualunque decreti e statuti, e pubblicarli nelle sessioni, secondo il costume; proponere, concludere ed esequire tutto quello che fosse necessario per condannar ed estirpar da tutte le provincie e regni gli errori; conoscere, udire, decidere e determinare nelle cause di eresia e qualunque altre concernenti la fede cattolica; reformar lo stato della santa Chiesa in tutti li suoi membri, cosí ecclesiastici come secolari, e metter pace tra li principi cristiani, e determinar ogni altra cosa che sia ad onor di Dio e aumento della fede cristiana; con autoritá di raffrenare con censure e pene ecclesiastiche qualonque contradittori e rebelli d’ogni stato e preminenza, ancora ornati di dignitá pontificale o vero regale, e di fare ogn’altra cosa necessaria e opportuna per estirpazione

dell’eresie ed errori, reduzione delli populi alienati dall’obedienza della sede apostolica, conservazione e redintegrazione