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libro primo - capitolo vi 161


comoda alle altre nazioni; senzaché vi era gran probabilitá di temere che in Germania non si potessero trattare le cose senza turbolenzia: per il che li pareva piú a proposito Ferrara o Bologna o Piacenza, cittá tutte grandi ed opportunissime: quali quando non piacessero a loro, si contentava di farlo in Trento, cittá alli confini di Germania. Che averebbe voluto darci principio alla Pentecoste, ma per l’angustia del tempo l’aveva allongato a’ 13 d’agosto. Pregava tutti di voler convenire in questo e, deposti gli odi, trattare la causa di Dio con sinceritá.

Ferdinando e li principi cattolici ringraziarono il pontefice, dicendo che non potendo ottenere un luoco atto in Germania, come sarebbe Ratisbona o Colonia, si contentavano di Trento. Ma li protestanti negarono di consentire né che il concilio fosse intimato dal pontefice, né che il luogo fosse Trento; il che fu causa che in quella dieta, quanto al concilio, non si fece altra determinazione.

Con tutto ciò il pontefice mandò fuora la bolla dell’intimazione sotto li 22 maggio di questo anno. Nella quale, commemorato il desiderio suo di provveder alli mali della cristianitá, diceva avere continuamente pensato alli remedi; né trovandosene piú opportuno che la celebrazione del concilio, venne in ferma resoluzione di congregarlo. E fatta menzione della convocazione mantoana, poi della sospensione, e passato alla convocazione vicentina, e all’altra suspensione fatta in Genoa, finalmente di quella a beneplacito, passò a narrare le ragioni che l’avevano persuaso a continuare la stessa sospensione sino allora. Le quali furono: la guerra di Ferdinando in Ongaria, la rebellione di Fiandra contra Cesare e le cose seguite per la dieta di Ratisbona, aspettando che fosse il tempo destinato da Dio per questa opera. Ma finalmente, considerando che ogni tempo è grato a Dio quando si tratta di cose sante, era risoluto di non aspettar piú altro consenso de prencipi, e non potendo avere piú Vicenza, ma desiderando dare satisfazione,

quanto al luoco, alla Germania, intendendo che essi desideravano Trento, quantunque a lui paresse maggiormente comodo


Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - i 11