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158 | l'istoria del concilio tridentino |
Chiesa; e se alcuna cosa fosse determinata in quello, sarebbe
nulla, irrita e vana. Il che se essi avessero levato, come egli
li persuadeva, sí come sarebbe gratissimo alla Santitá del pontefice, che è capo della Chiesa e di tutti i concili, cosí non
lo facendo li sarebbe molestissimo: essendo cosa chiara che
in questo modo sarebbono per nascere maggiori sedizioni nelle
controversie della religione, cosí nelle altre nazioni come in
quella nobilissima provincia. Che non aveva voluto tralasciare
questo ufficio, per obedir all’instruzione di Sua Santitá e per
non mancar al carico della legazione impostagli.
A questa scrittura del legato risposero li principi che era in potestá di esso di remediare e prevenire tutti li inconvenienti che potessero nascere, operando con Sua Santitá che il concilio universale fosse intimato e celebrato senza piú longa procrastinazione; che cosí si leverebbe ogni occasione di concilio nazionale, il che tutti li stati dell’Imperio desiderano e pregano. Ma se il concilio generale, tante volte promesso ed anco finalmente da lui, non si reducesse ad effetto, la manifesta necessitá della Germania ricercava che le controversie fossero determinate in uno concilio nazionale o in una dieta imperiale, con l’assistenza di un legato apostolico. Li teologi protestanti con una longa scrittura risposero essi ancora, dicendo che non poteva nascere né maggiore sedizione né sedizione alcuna, quando le controversie della religione saranno composte secondo la parola di Dio, e che i manifesti vizi saranno corretti secondo la dottrina della Scrittura e li indubitati canoni della Chiesa; che nelli tempi passati mai è stato negato alli concili nazionali il determinare della fede, avendo avuto promessa da Cristo della sua assistenza quando anco fossero due o tre soli congregati nel nome suo. Esservene numero grande de concili, non solo nazionali, ma anco di pochissimi vescovi, che hanno determinato le controversie e fatto instituzioni delli costumi della Chiesa in Sona, Grecia,
Africa, Italia, Francia e Spagna, contra li errori di Samosateno, Ario, donatisti, Pelagio e altri eretici; le determinazioni de’ quali non si possono dire nulle, irrite e vane senza