Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/150

144 l'istoria del concilio tridentino


ancora necessaria; che la celebrazione delle messe, eziandio private, era cosa santa, e che comandava fosse continuata nel suo regno. Proibí a tutti l’operare o insegnare contra alcuno di questi articoli, sotto tutte le pene ordinate dalle leggi contra li eretici.

È ben meraviglia come il papa, che pochi giorni prima aveva fulminato contra quel re, fosse costretto lodare le azioni di quello e proporlo all’imperatore per esempio da imitare. Cosí il proprio interesse fa lodar e biasimare l’istessa persona.

Ma il papa, dopo spedito il Montepulciano, avendo veduto che con il convocare il concilio e poi differire il termine assignato, se ben andava trattenendo le persone, nondimeno perdeva assai della reputazione, giudicò necessario lasciar quel proceder ambiguo, il quale se bene per lo passato aveva trattenuto il mondo, in progresso però poteva partorir qualche sinistro effetto, e fece risoluzione in se medesmo di volersi dichiarare e uscire delle ambiguitá; e in consistoro, narrata la serie delle cose successe, e proposto che era necessario far una stabile e ferma risoluzione o in un modo o in un altro, pose la materia in consultazione.

Alcuni delli cardinali, per liberarsi dal timore che ogni altro giorno li metteva in spavento, non approvavano il termine di sospensione, ma averebbono voluto un’espressa dichiarazione che il concilio non si farebbe, per non vedersi come superare li impedimenti prima che fosse conciliata pace tra i prencipi: mezzo necessario, senza il quale non si poteva sperare di celebrarlo. Ma li piú prudenti erano bilanciati tra questo e un altro timore, che non si passasse a’ concili nazionali o ad altri remedi piú nocivi a loro che il concilio generale; e perciò la maggior parte passò nella medesima opinione del sospender a beneplacito, pensando che quando non fosse parso utile per loro il venir all’effetto, con la pretensione della discordia de’ prencipi o con altra s’avesse continuata la sospensione; e se si fosse attraversato pericolo di concilio nazionale o di colloqui o d’altro, con metter inanzi

il concilio generale e assignarli luoco e tempo si rimediasse