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libro primo - capitolo vi 143


dola nelle terre del re de’ romani. Che il pontefice resolveva mandare qualche persona alli principi cattolici con denari, per promettere e per gratificare quelli che saranno a proposito per le cose sue. Confortasse Cesare a far un editto simile a quello che il re d’Inghilterra aveva fatto nel suo regno, facendo seminare anco destramente che Sua Maestá avesse maneggio col detto re per farlo ridurre all’obedienzia pontificia. Diede anco il pontefice commissione allo stesso Montepulciano di dolersi con Cesare che la regina Maria governatrice delli Paesi Bassi, sua sorella, secretamente prestasse favore alla parte luterana; che li mandasse uomini a posta; che quando si era per stabilire la lega cattolica, ella scrisse all’elettor di Treveri che non v’entrasse, e cosí fu impedita quella santa opera; che impedí monsignore di Lavaur, oratore del re di Francia, dall’andar in Germania per consultare col re de’ romani e col legato di Sua Beatitudine sopra le cose della religione; che credeva bene il pontefice questo non venir da mala volontá di lei, ma per conseglio de cattivi ministri.

Ma perché si è fatto menzione di un editto del re d’Inghilterra in materia della religione, non sará fuora di proposito raccontar qui come, in quell’istesso tempo della dieta di Francfort, Enrico VIII, o perché credesse far il servizio di Dio non permettendo rinnovazione di religione nel suo regno, o per mostrare costanza in quello ch’aveva scritto nel libro contra Lutero, o vero per smentir il papa, che nella sua bolla l’imputava di aver pubblicato dottrina eretica nel suo regno, fece pubblicar un editto, dove comandava che per tutta Inghilterra fosse creduta la real presenza del vero e naturai corpo e sangue di Cristo nostro Signore sotto le specie del pane e del vino, non rimanendovi la sustanzia di quelli elementi; che sotto l’una e l’altra delle specie si conteneva Cristo tutto intieramente; che la comunione del calice non era necessaria; che alli sacerdoti non era lecito contraere matrimonio; che li religiosi dopo la professione e voti di castitá erano perpetuamente obbligati a servarla e vivere nelli monasteri; che la

confessione secreta e auriculare era non solamente utile, ma