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libro primo - capitolo v 125


frutto che altri persuadeva, e vedendosi anco implicato in Italia, da che non poteva svilupparsi se non cedendo lo stato di Milano, quale aveva deliberato onninamente di appropriarsi (e qua tendeva lo scopo principale d’ogni sua azione), allegava per ragione di differire esser piú necessario in quel tempo difendere Milano da’ francesi. Dall’altro canto il papa, il pensiero del quale tutto era volto a far cadere quello stato in un italiano, (e perciò proponeva la guerra di Germania non tanto per oppressione de’ luterani, come pubblicamente diceva, ma anco per divertire Cesare dall’occupare Milano, che era il fine suo principale, se bene segreto), replicava che piú facilmente egli co’ veneziani, usando le armi e le pratiche insieme, averebbe fatto desistere il re, quando Sua Maestá cesarea non si fosse intromessa.

Ma l’imperatore, penetrato l’interno del papa, con altrettanta dissimulazione si mostrò persuaso e inclinato alla guerra di Germania; dicendo però che, per non aver tutto il mondo contra, conveniva giustificare bene la causa, e coll’intimar il concilio mostrar che avesse tentato prima ogn’altro mezzo. Il pontefice non aveva discaro che, dovendo finalmente intimarlo, ciò si facesse nel tempo quando, per aver il re di Francia occupata giá la Savoia e il Piemonte, l’Italia tutta era per ardere di guerra, onde se gli dava apparentissimo pretesto per circondar il concilio di arme, sotto il colore di custodia e protezione. Si mostrò contento, purché fossero statuite condizioni che non derogassero l’autoritá e la riputazione della sede apostolica. L’imperatore, che per la vittoria ottenuta in Africa aveva l’animo molto elevato e pieno di vasti pensieri, riputava di dover in due anni almeno vincere la guerra di Lombardia e, serrato il re di Francia di lá da’ monti, attendere alle cose di Germania senza altro impedimento. Voleva che il concilio li servisse a due cose: prima, durante la guerra d’Italia, per raffrenare il papa se, secondo il costume de’ pontefici, avesse pensato mettersi dalla parte di Francia, quando quella fosse restata inferiore, per contrappesar il vincitore; poi, per ridurre la Germania all’obedienza sua; a che egli