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110 | l'istoria del concilio tridentino |
far ufficio di qualche componimento. Il re Francesco accettò
il carico, e mandò a Roma il vescovo di Parigi per negoziare
col pontefice la composizione: nondimeno tuttavia in Roma
si procedeva nella causa, lentamente però e con resoluzione
di non venir a censure, se Cesare non procedeva prima o
insieme con le arme. Avevano diviso la causa in ventitré
articoli, e trattavano allora se il prencipe Arturo aveva avuto
congionzione carnale con la regina Catarina. E in questo si
consumò sino passata la mezza quadragesima; quando alli 19
di marzo andò nova che in Inghilterra era stato pubblicato
un libello famoso contra il pontefice e tutta la corte romana,
ed era ancora stata fatta una comedia in presenzia del re e
di tutta la corte, in grandissimo vituperio ed opprobrio contra
il papa e tutti li cardinali in particolare. Per il che accesa
la bile in tutti, si precipitò alla sentenza, la quale fu prononciata in concistorio li 24 dello stesso mese: che il matrimonio
tra Enrico e la regina Catarina era valido, ed egli era tenuto
averla per moglie; e che non lo facendo, fosse scomunicato.
Fu il pontefice presto mal contento della precipitazione usata, perché sei giorni dopo arrivarono lettere del re di Francia che quello d’Inghilterra si contentava di accettare la sentenzia sopra gli attentati e rendere l’obedienza; con questo, che li cardinali sospetti a lui non s’intromettessero nella causa, e si mandasse a Cambrai persone non sospette per pigliare l’informazione; e giá aveva inviato il re procuratori suoi per intervenire nella causa in Roma. Per questo il pontefice andava pensando qualche pretesto, col quale potesse suspendere la sentenza precipitata e ritornar in piedi la causa.
Ma Enrico, subito veduta la sentenza, disse importare poco, perché il papa sarebbe vescovo di Roma ed egli unico patrone del suo regno; che l’averebbe fatta al modo antico della chiesa orientale, non restando di essere buon cristiano né lasciando introdurre nel suo regno l’eresia luterana o altra: e cosí esequi. Pubblicò un editto dove si dechiarò capo della chiesa anglicana, pose pena capitale a chi dicesse che il pontefice romano avesse alcuna autoritá in Inghilterra, scacciò