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libro primo - capitolo iv 107


che in quel luoco, oltre le altre trattazioni, fece ufficio con la Maestá cristianissima, acciocché si adoperasse con li protestanti, e massime col langravio d’Assia che doveva andar a trovarlo in Francia, per farli desistere dal dimandare concilio, proponendo loro che trovassero ogn’altra via per accomodare le differenzie, e promettendo che esso ancora averebbe coadiuvato con buona fede e opere efficaci al suo tempo.

Fu l’officio fatto dal re; né però potè ottenere, allegando il langravio che nessun altro modo era per ovviare alla desolazione di Germania, e tanto era non parlare di concilio quanto dare spontaneamente nella guerra civile. Trattò in secondo luoco il re che si contentassero del concilio in Italia. Né a questo fu acconsentito, dicendo li tedeschi che questo partito era peggiore del primo, il quale solamente li metteva in guerra, ma questo in manifesta servitú corporale e spirituale, a quale non si poteva ovviare se non col concilio e luoco libero: onde, condescendendo in grazia di Sua Maestá a tutto quello che si poteva, averebbono cessato d’insistere nella dimanda che si celebrasse in Germania, purché si deputasse altro luogo fuori d’Italia e libero, eziandio che fosse all’Italia vicino.

Diede il re, nel principio dell’anno 1534, conto al pontefice di quello che aveva operato, e s’offerí di fare che si contentassero li protestanti del luoco di Genéva. Il pontefice, ricevuto l’avviso, fu incerto se il re, quantunque confederato e parente, avesse caro di vederlo in travagli, o pur se in questo particolare mancasse della prudenza che usava in tutti gli affari: ben concluse che non era utile adoperarlo in questa materia, e li scrisse ringraziandolo dell’opera fatta, senza rispondergli al particolare di Genéva; ed a molti della corte, che perciò erano entrati in sollecitudine, fece buon animo, accertandoli che per niente (diceva egli) era per consentir a tal pazzia.

Ma in questo anno, in luoco di racquistar la Germania, perdette il pontefice l’obedienza d’Inghilterra, per aver in una causa proceduto piú con collera e con affetto che con la