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106 l'istoria del concilio tridentino


legittima, quando vedessero di poter operare alcuna cosa in servizio divino, non tralascierebbono di comparire, con condizione però di non consentire alle dimande del pontefice né a concilio non conforme alli decreti delle diete imperiali. In fine pregavano Cesare di non ricevere la loro risoluzione in sinistra parte, e operare che non sia confermata la potenza de quelli che giá molti anni incrudeliscono contra gl’innocenti.

Deliberarono li protestanti non solo di mandare la resposta al papa e a Cesare, ma di stamparla ancora insieme con la proposizione del noncio, la quale dal medesmo pontefice fu giudicata imprudente e troppo scoperta. Per il che, sotto colore che fosse vecchio e impotente a sostener il carico, lo richiamò; e scrisse al Vergerio, noncio al re Ferdinando, che dovesse ricevere quel carico con la medesma instruzione, avvertendo ben d’aver sempre a mente di non si partire in conto alcuno dalla sua volontá né ascoltar alcun temperamento, ancoraché il re lo ricercasse, acciocché imprudentemente non lo gettasse in qualche angustia e in necessitá di venir all’atto del concilio, il quale non era utile per la Chiesa né per la sede apostolica.

Mentre che queste cose si trattavano, il pontefice, che prevedeva la risposta che sarebbe venuta di Germania e che giá in Bologna aveva concetto poca confidenza con Cesare, si alienò totalmente dall’amicizia, perché nella causa del dominio di Modena e Reggio, vertente tra Sua Santitá e il duca di Ferrara, rimessa dalle parti al giudicio dell’imperatore, egli prononciò per il duca. Per tutte le qual cause il papa negoziò confederazione col re di Francia, la quale si concluse e stabilí anco col matrimonio di Enrico, secondogenito regio, e di Caterina de’ Medici, pronepote di Sua Santitá. E per dar perfetto compimento al tutto, Clemente andò personalmente a Marsiglia per abboccarsi col re. Il qual viaggio intendendo essere dall’universale ripreso, come non indrizzato ad alcun rispetto pubblico, ma alla sola grandezza della casa, egli giustificava, dicendo esser intrapreso a fine di persuader il re a favorir il concilio per abolire l’eresia luterana. Ed è vero