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libro primo - capitolo iv 105


concilio, dove la sentenzia del pontefice e la potenza di qualsisia non possa pregiudicar alla causa, e dove ii giudicio si faccia non secondo le leggi de’ pontefici o le opinioni delle scole, ma secondo la sacra Scrittura. Il che quando non si facesse, vanamente sarebbe presa una tanta fatica, come si può vedere per gli esempi di qualche altri concili celebrati per inanzi. Ora le proposizioni del pontefice essere contrarie a questo fine, alle richieste delle diete e alle promesse dell’imperatore. Perché quantunque il papa proponga un libero concilio in parole, in fatti però lo vuole legato, sí che non possino essere ripresi li vizi né gli errori, ed egli possa defender la sua potenzia. Non essere dimanda ragionevole che alcuno si obblighi a servar li decreti prima che si sappia che ordine e che modo e forma si debbi tenere in farli; se il papa sia per volere che la suprema autoritá sia appresso di lui e delli suoi; se vorrá che le controversie siano discusse secondo le sacre lettere, o vero secondo le leggi e tradizioni umane. Parergli anco cavillosa quella clausula che il concilio debbia essere fatto secondo il costume vecchio, perché intendendosi di quell’antico, quando si determinava conforme alle sacre lettere, non lo ricusarebbono; ma li concili dell’etá superiore essere molto differenti da quei piú vecchi, dove troppo è stato attribuito alli decreti umani e pontifici. Essere speciosa la proposta, ma levar affatto la libertá dimandata e necessaria alla causa. Pregar Cesare che voglia operare sí che il tutto passi legittimamente. Tutti li popoli esser attenti e star in speranza del concilio e dimandarlo con voti e preghiere, che si volterebbono in gran mestizia e cruccio di mente, quando questa espettazione fosse delusa con dar concilio sí, ma non quale è desiderato e promesso. Non esser da dubitare che tutti gli ordini dell’Imperio, e li altri re e principi ancora, non siano nel medesmo parer di rifiutar quei lacci e legami con che il pontefice pensa di stringerli in un novo concilio; all’arbitrio del quale se sará permesso maneggiar le cose, rimetteranno il tutto a Dio e penseranno quello che doveranno fare. E con tutto ciò, se fossero citati con sicurezza certa e